Giovani e computer: più che un rapporto in crescita si potrebbe ormai definire una sorta di “osmosi”. Il 93,3% degli adolescenti e l’82,2% dei bambini afferma infatti di utilizzare ormai il pc al pari di uno strumento familiare. L’utilizzo massiccio del computer non è tuttavia accompagnato da un’adeguata cultura sul corretto utilizzo e sulla prevenzione di “trappole” o insidie che soprattutto internet spesso presenta durante il suo utilizzo. Anche perché il 33,6% dei bambini si collega ad internet senza il controllo di un adulto. L’allarme è stato lanciato da Telefono Azzurro che nel corso di un convegno realizzato il 26 giugno a Roma ha diffuso i dati di un’indagine a campione che evidenzia l’ampia uso tra i minori delle nuove tecnologie.
Ebbene, internet, videotelefonini e videogiochi sono ormai compagni di vita della maggior parte dei nostri ragazzi. I numeri parlano chiaramente: il 48,2% dei bambini non nasconde di navigare in Rete per scaricare musica, il 52,6% cerca informazioni di proprio interesse, mentre il 40,2% lo utilizza per motivi di studio. Comunica tramite e-mail il 19,3, legge e scrive sui forum regolarmente il 16,5% e chatta il 15,9% dei bambini.
La maggioranza dei giovani navigatori (52,6%) comunica tramite la posta elettronica; il 48,9% comunica tramite chat, il 44,2% si intrattiene con i videogiochi; il 28,1% legge i blog , il 17,1% partecipa a giochi di ruolo, il 16,3% a forum. I ragazzi navigano per il 74,8% dei casi da soli.
Per arginare il fenomeno, durante l’incontro lo stesso Telefono Azzurro ha chiesto la protezione dei dati personali dei minori, sia durante le loro esperienze di navigazione online (così come nelle pronunce del Garante), sia quando sono oggetto di fatti di cronaca sul web e soprattutto un nuovo codice di autoregolamentazione degli operatori con una specifica attenzione al mondo dei videogiochi ed al web con l’adesione di tutti gli stati europei al sistema di classificazione dei videogiochi “Pegi”.
Sarebbe poi auspicabile – sempre per Telefono Azzurro – la diffusione di una cultura dell’uso critico e consapevole della Rete, a partire dall’educazione e formazione di genitori, insegnanti ed educatori e con percorsi didattici elaborati con la scuola e nella scuola. L’associazione chiede anche che la Commissione Giustizia prenda in considerazione, contrariamente a quel che accade oggi, il reato di “pornografia minorile virtuale”. Ma anche che la Commissione Europea prenda in esame la possibilità di cofinanziare tutti i servizi statali preposti alla raccolta di segnalazioni di contenuti on line illegali o potenzialmente dannosi.
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