“I ragazzi sono confusi, spesso si affidano ad internet per cercare informazioni, ma trovano risposte fredde ed inesatte. In realtà cercano consigli di natura più etica che biologica”.
“Abbiamo portato nelle scuole medici e formatori per spiegare ai ragazzi, ed alle famiglie, l’importanza dell’educazione sessuale- spiega Irma Casula, presidente del Modavi- adottando metodologie diverse a seconda dell’età degli studenti. Le domande più frequenti, al di là della naturale paura o curiosità, riguardavano il senso di giustizia e di adeguatezza: i giovani, abituati fin da piccoli ad una fisicità sovraesposta e ad un relativismo svuotato dei valori, sembrano più che altro alla ricerca di una bussola per orientarsi. Tra i più grandi le domande riguardavano spesso la contraccezione, sulla quale è emersa una preoccupante ignoranza. Grandi assenti, in questo quadro, sono i genitori, i quali- conclude Casula- hanno dimostrato in quasi tutti gli istituti scarsissimo interesse e partecipazione”.
Nel corso del progetto, spiega l’agenzia Dire, è stata brevettata anche una applicazione per smartphone, XXY, che in questi mesi è stata scaricata da circa 4.000 utenti. L’applicazione, contenente un dizionario e delle risposte a domande frequenti, ha registrato un feedback positivo anche da un pubblico più adulto rispetto al target del progetto, destinato a studenti tra i 10 e i 18 anni. Nei prossimi giorni sarà possibile scaricare il primo aggiornamento, effettuato principalmente sulla base dell’esperienza maturata in corso d’opera.
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