In riferimento all’articolo sul docente che rileva la mancanza di punti di riferimento per i ragazzi, mi preme esprimere alcune considerazioni. I punti di riferimento, innanzitutto, sono sempre gli stessi, il problema è la credibilità di tali “punti”, divenuti ormai “pixel” per la loro inconsistenza e la loro malcelata ipocrisia (predicano “benino”, razzolano malissimo, specie sui social e nell’uso del telefono), il loro sbiadito o invisibile coraggio che li conduce all’autocensura, alla mediocrità, al pensiero incolore o, ancora, perché si autoproclamano eroi con parole spesso basse e istintuali che contrastano in molti casi con l’altezza delle loro funzioni.
Adulti poco credibili, insomma, in contesti caotici e soggetti a ondate di popolarità e risacche di oblio, un “palcoscenico” mediatico diuturno e instancabile, quanto friabile e pervasivo. Il problema mi sembra duplice: alla “carestia” di senso e credibilità, di analisi e profondità che si trascina da quattro decenni, si è aggiunta l’alluvione di sciocchezze e falsità, di superficialità e autoreferenzialità. Forse la violenza dell’abbondanza conta di più del sospiro della mancanza.
Michele Lombardi
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