Addirittura, si legge sul Corriere della Sera, il 73% dei tirocinanti, prima ancora di passare di ruolo, prende seriamente in considerazione la possibilità di uscirsene e la causa di ciò, secondo un sondaggio del Guardian, sarebbe dovuto al fatto che insegnare è faticoso, più stancante del previsto.
E infatti: giornate sono intense, fine settimana con in media sei- dieci ore di preparazione, compiti da correggere, lezioni da organizzare, valutazioni da scrivere. Vacanze lunghe? Una considerazione presa in considerazione solo dal 31% degli insegnanti.
Al secondo posto, tra i motivi della disaffezione, c’è la mancanza di rispetto per la professione, il cosiddetto «teacher bashing». Solo il 35% degli insegnanti si sente apprezzato (si veda a tale proposito il nostro sondaggio ), mentre per i genitori la colpa è sempre del prof.
La terza ragione, leggiamo sul Corriere, è che i cambiamenti sono troppi. Vengono rivisti i programmi di studio, la struttura degli esami, il modo in cui bisogna insegnare. Ogni volta è l’insegnante a doversi adeguare. E non basta.
Al quarto posto, tra i motivi dello scoraggiamento, c’è prprio il comportamento degli studenti: sconcertante e sfibrante, al punto da far loro prendere in considerazione di andarsene. Possibile? Di più: drammaticamente attuale.
Il sondaggio del Guardian, scrive Il Corriere, arriva appena qualche mese dopo un rapporto-choc dell’Ispettorato scolastico britannico sulla mancanza di disciplina nelle scuole di Sua Maestà, fino a pochi decenni fa proverbialmente note per la disciplina ferrea che vi regnava (anche a mezzo di sistematiche punizioni corporali). Secondo l’Ofsted il tempo perso dai ragazzi a causa della incapacità dei prof di tenerli a bada è di circa un’ora al giorno, pari a circa 38 giorni all’anno.