Il branco ancora una volta si è scatenato contro un docente della scuola secondaria di primo grado, colpevole di avere richiamato “un’intera classe, una prima media, all’ordine, dal momento che facevano chiasso disturbando di continuo la lezione”.
Come è successo a quella prof di inglese che nel giugno scorso venne picchiata dalla mamma di un alunno di una scuola del padovano perché lo aveva bocciato e che, ma guarda un po’, fu trasferita in un altro plesso, nonostante fosse stata risarcita dal giudice al quale si era rivolta; il ragazzo invece è rimasto al suo posto.
Dunque non bisogna bocciare, né rimproverare, né redarguire, né rimbrottare gli alunni, bisogna solo accollarsi, se è possibile, perfino le loro ingiurie perché reagendo, anche a fini educativi, se non piovono le denunce dei genitori, piovono le vendette violente dei genitori e anche del branco, come è successo appunto a Casavatore, nel napoletano, a questo insegnante supplente.
Qui, nella locale scuola “A. De Curtis”, un gruppo di quei ragazzini della classe del prof, non potendo arrivarci loro stessi a picchiarlo, per vendicarsi del rimprovero, si sono appoggiati ad alcuni adulti (i loro genitori?) che si sono recati a casa sua, gli hanno citofonato, lo hanno invitato ascendere e quando lo hanno avuto davanti lo hanno percosso a sangue.
Ma a raccontare il violento episodio è lo stesso insegnante con un post su Fb in cui mostra le sue molteplici ferite: “Ancora una volta, oggi, si è verificata un’aggressione a danno di un docente… e mi fa ancora più rabbia e spavento il fatto che tale aggressione sia accaduta a Casavatore e che quel docente sia io. Da anni ho cercato di lavorare nel settore spettacolo ma visto il poco lavoro degli ultimi tempi ho deciso di sfruttare la mia laurea e fare qualche supplenza su Napoli e provincia. Ed ho insegnato in varie scuole per brevi supplenze, ricevendo elogi da docenti, presidi e alunni per il lavoro svolto. Negli ultimi 4 giorni ho svolto una supplenza breve, con scadenza oggi (18 febbraio) nella scuola media in zona mia. Pensavo di essere stato fortunato. Non è stato così. Stamane ho richiamato un’intera classe, una prima media, all’ordine, dal momento che facevano chiasso disturbando di continuo la lezione. Oggi pomeriggio, alle ore 16, mi hanno citofonato dei tizi dichiarandosi come miei amici. Conoscevano il codice del mio citofono e persino il mio nome. Scendo. Mi chiedono se io insegnassi alla De Curtis. Dico loro che ho svolto solo un breve supplenza, non sono docente di ruolo e ho chiesto loro chi fossero. Erano in 5. Età fra 40 e 50 anni. Pieno pomeriggio. Viso scoperto. Non mi hanno dato tempo di fare altre domande che subito mi hanno aggredito verbalmente e fisicamente. Sul portone del palazzo ancora si vedono macchie del mio sangue. Ho chiamato i carabinieri e fatto denuncia Da loro è stata chiamata un’ambulanza che mi ha portato in ospedale. Per fortuna nulla di estremamente grave. Qualche cura da fare e 7 giorni di riposo. Tanta paura per me e soprattutto per mia mamma. E per fortuna che non erano armati: avrebbero potuto fare di peggio. Ho sempre pensato che la rovina dei figli sono proprio i genitori… ed è così. Ne resto deluso e schifato. Tuttavia voglio addormentarmi con la speranza che domani sia un giorno migliore fatto sempre di legalità e che il marcio che si insidia anche nelle scuole possa svanire presto”.
Il prof ha avuto la solidarietà del sindaco, dell’assessore all’istruzione e della giunta di Casavatore che hanno pure espresso “il più profondo sdegno verso gli autori di questo ignobile gesto”.
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