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Ragazzo accoltellato a scuola, la madre della 12enne: “È una bambina, vogliamo capire perché lo ha fatto e aiutarla”

Il caso della ragazzina di dodici anni che ha accoltellato un compagno di scuola, quanto pare, perché “aveva fatto la spia” con una docente sta facendo scalpore. A rompere il silenzio è stata la mamma della studentessa, a La Repubblica.

“Mi sono vendicata perché aveva fatto la spia”: la dodicenne ha covato rancore per tre giorni e poi ha accoltellato il compagno di classe all’ingresso di scuola: “Aveva detto alla professoressa che avevo fatto il compito con il telefonino e per questo sono stata rimproverata”.

“Nessuno pensava potesse fare una cosa del genere”

“Lei è particolare, è una ragazza ‘Emo’, perché le piace quello stile dark. Un po’ asociale, ma nessuno pensava potesse fare una cosa del genere”, questo si dice di lei a scuola. I compagni sono ancora scioccati dall’immagine della vittima che è entrata in classe con la maglietta sporca di sangue dicendo: “Guardate che mi ha fatto, guardate che mi ha fatto”. 

In caserma, la 12enne, che dopo l’accaduto si è allontanata da scuola e ha chiamato i Carabinieri, ha incontrato i genitori, che non riescono a darsi una spiegazione. “Qui a casa siamo tutti sconvolti — si sfoga la madre al citofono — non abbiamo voglia di parlare. Siamo distrutti, ma chiediamo attenzione. Mia figlia è minorenne, è una bambina e va rispettata. Vogliamo capire perché ha fatto questa cosa e aiutarla”.

“Ma che ho potuto fare io per meritarmi questo? Come è possibile che mia figlia abbia fatto una cosa del genere? Non c’è alcuna giustificazione per il suo gesto orribile, io da madre mi sento morire”, ha detto a Il Messaggero, tra le lacrime. “Quando si è svegliata era assolutamente normale, non c’era nulla che potesse far presumere quello che è successo, una tragedia di cui non sappiamo darci una minima spiegazione”.

“L’abbiamo rimproverata, le ho detto che non poteva fare di peggio, che tutti abbiamo copiato nella vita, ma una cosa del genere, accoltellare un compagno di classe, non può trovare alcuna giustificazione. Potevo capire, per quanto fosse lo stesso sbagliato, mettere le mani addosso, ma arrivare a portare a scuola un coltello…”, ha aggiunto.

“Ero andata qualche settimana prima ai colloqui, i docenti mi avevano detto che andava bene. Non c’era stato pertanto nessun segnale nemmeno da parte della scuola che potesse in qualche modo allarmarci. Anche in grammatica andava bene. So che ci saranno conseguenze, certo, non potrebbe essere diversamente, ci sarà un incontro a scuola con il Preside dell’Istituto, probabilmente verrà espulsa, capisco anche la grande preoccupazione provata dai genitori a sapere che c’era una ragazzina con un coltello a scuola…”, ha proseguito.

La donna è distrutta: “La nostra preoccupazione era che potesse lei avere problemi, perché era molto introversa, un po’ chiusa e non parlava molto. Ma in cosa avrò mai sbagliato, possibile che i figli possano cambiare così improvvisamente. È sempre stata seguita, è la nostra unica figlia. Ha un bel rapporto anche con i nonni, hanno solo lei e sono stati sempre molto presenti. Non so più cosa pensare, sono distrutta, noi genitori cerchiamo sempre di fare del nostro meglio, ma poi ci ritroviamo di fronte a certe situazioni inverosimili”.

In una nota, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, riferendosi al caso, ha precisato: “Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta. Quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi. Dobbiamo vietare l’utilizzo dei social ai minori di 15 anni. Vogliamo proteggere i nostri giovani”.

Altra violenza a scuola

Proprio sui social sono state diffuse immagini di altra violenza tra giovanissimi. In un paese in provincia di Alessandria due ragazzi della scuola media hanno preso a schiaffi e spintoni un loro coetaneo. Le immagini sarebbero state riprese da un altro studente e almeno altri tre avrebbero assistito alla scena.

L’episodio sarebbe avvenuto vicino a scuola. Le immagini hanno cominciato a circolare nelle chat fino ad arrivare ai familiari del ragazzo vittima delle percosse, che hanno sporto denuncia alla polizia. Nei prossimi giorni sarà il consiglio di classe a decidere eventuali provvedimenti disciplinari per i responsabili.

Aggressioni scuola, Gilda: “Prevenire con cultura dell’ascolto”

“E’ un’epidemia di aggressioni quelle che si ripetono, ormai all’ordine del giorno, nelle scuole, come in altri luoghi di aggregazione”. E’ il commento del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana, dopo i recenti fatti di cronaca.

“Non basta invocare pene più severe, c’è un problema più serio che va affrontato, ovvero il venir meno delle tradizionali agenzie educative quali la famiglia e gli oratori – commenta Castellana – la violenza si previene con la cultura dell’ascolto e dell’insegnamento.

E’ in questo contesto che si inserisce la scuola, che, con il prezioso supporto delle Istituzioni, attraverso professionisti quali psicologi ed educatori, e con maggiori risorse economiche, deve prevedere l’implemento di strategie e metodologie che contribuiscano al miglioramento delle relazioni tra pari e con gli adulti”, così in una nota il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana.

Redazione

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