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Raimo: “Un gol di Maradona è una lezione. Il voto non serve, serve qualcuno che ci dica come potevamo fare meglio”

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Il docente Christian Raimo, noto ai più per essere stato sospeso dall’insegnamento per tre mesi dopo aver criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, è intervenuto all’Arena Repubblica Robinson alla manifestazione “Più libri più liberi” come riporta La Repubblica.

Raimo ha tenuto una vera e propria lezione ai ragazzi, partendo da una figura controversa: il compianto calciatore Diego Armando Maradona. Il docente è partito, dal gol di Maradona nella partita dei mondiali contro l’Inghilterra del 1986. Un gol che per l’Argentina è un riscatto dopo la dittatura terribile e la ferita dei desaparecidos, dopo la guerra assurda contro il Regno Unito, il massacro all’isole Falkland “dove proprio i coetanei di Maradona sono andati a combattere allo sbaraglio”.

L’aneddoto

Ma perché quel gol è una lezione sull’educazione? Raimo ha raccontato di quello che sette anni prima il fratello più piccolo di Maradona gli aveva detto. 1979, stadio di Wembley. Maradona, 19 anni ma già un campione, fa una giocata uguale a quella del 1986 ma la palla, quella volta, va di poco fuori. Quando torna a casa il fratello più piccolo gli dice “potevi scartare il portiere” e lui risponde “ma ho fatto il meglio che ho potuto”. È questo il punto per Raimo.

“Maradona ripenserà a quella frase quando segnerà il gol che ha definito il più bello della sua vita – ha raccontato lo scrittore – ecco perché quell’azione ci dice tantissimo di cosa è l’educazione”. Educazione che “corregge in modo formativo”: “I voti non servono a niente, il voto non ci dà informazioni. Ci serve qualcuno che ci dica come potevamo fare meglio”.

“Non sappiamo quando una cosa che abbiamo studiato ci tornerà utile, non sappiamo se le divisioni a due cifre, le tabelline, prima o poi ci serviranno a qualcosa. Ma Maradona, sette anni dopo, si ricorda di quello che gli ha detto il fratello”. Per Raimo, l’altra grande lezione di Maradona è che “a un certo punto noi delle cose importanti che ci capitano nella vita ci ricordiamo”. E che possiamo sbagliare e poi riscrivere la nostra storia.

“Non volevo insultare Valditara ma difendere la scuola pubblica”

L’insegnante e scrittore Christian Raimo ha ripercorso, ai microfoni della Tecnica della Scuola, i motivi che hanno portato l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio a sanzionarlo con tre mesi di sospensione e a dimezzargli lo stipendio. La decisione dell’Usr è giunta a seguito delle sue parole pronunciate contro il ministro Giuseppe Valditara e ritenute evidentemente eccessive considerando il suo ruolo di dipendente pubblico: in particolare, Raimo tra le altre cose aveva detto che il Ministro è un bersaglio da colpire come si colpisce la Morte nera di Star wars.

“Quelle dichiarazioni – ha dichiarato ai nostri microfoni – sono state molto manipolate. Diciamo che se devo essere più chiaro, lì c’erano delle critiche alle politiche del Ministero e del Governo ma non delle critiche personali. E c’era una proposta politica, cioè una manifestazione per la scuola: quelle proposte politiche sono state prese per un insulto e una minaccia. Soprattutto è stato determinato dal fatto che il giornalista non ha riportato tutto, ha tagliato molti pezzi, così quelle parole sono risultate fuori contesto”.