Nella seduta del 26 ottobre la Commissione Cultura del Senato ha approvato un ordine del giorno dell’opposizione, accolto dal Governo, che rimette in discussione le norme sul dimensionamento scolastico contenute nel disegno di legge sulla stabilità.
In particolare la Commissione ha esaminato le disposizioni che prevedono che le scuole con meno di 600 alunni (o meno di 400 se si tratta di scuole di piccole isole o di comunità montane) vengano affidate in reggenza e non abbiano neppure un proprio direttore generale dei servizi.
“Questi nuovi criteri per l’autonomia scolastica – rilevano i senatori – appaiono fortemente penalizzanti per le piccole realtà nelle quali, di fatto, verrà a crearsi una situazione di vero e proprio abbandono dell’istituzione scolastica”.
“Questa manovra di dimensionamento finalizzata al contenimento della spesa – si legge ancora nell’ordine del giorno – rischia di creare pesanti danni non solo dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto dal punto di vista qualitativo: già ora, infatti, ci sono migliaia di scuole senza preside affidate in reggenza ai presidi superstiti costretti così a dividere il proprio impegno su almeno due scuole”.
Nell’accogliere l’ordine del giorno, il neo-sottosegretario all’istruzione Giuseppe Galati ha di fatto accettato anche un passaggio che contiene una pesante accusa nei confronti del Governo stesso: “anche in questa manovra economica il Governo, invece di valorizzare l’istruzione scolastica, continua perseverare in una irrazionale e poco lungimirante politica di tagli che sta mettendo a rischio il funzionamento degli istituti scolastici”.
In conclusione l’ordine del giorno impegna il Governo “a valutare l’opportunità di individuare iniziative nell’ambito del Fondo istituito ai sensi dell’articolo 4, comma 88, per evitare che questa manovra di dimensionamento dei dirigenti scolastici, finalizzata al contenimento della spesa, rischi di creare disservizi e mal funzionamento degli istituti scolastici interessati”.
Quello a cui si fa riferimento è un fondo denominato “Fondo da ripartire per la valorizzazione dell’istruzione scolastica, universitaria e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica” per il quale lo stesso disegno di legge stanzia poco meno di 65 milioni per il 2012, 168 per il 2013 e 127 milioni a decorrere dall’anno 2014.
In altre parole: si potrà evitare di cancellare un certo numero di scuole a condizione che le risorse possano essere reperite all’interno del bilancio dello stesso Ministero.
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