Succede in una scuola della provincia di Forlì-Cesena: una lezione è stata annullata in quanto prevedeva l’ausilio di brani musicali e due alunni di religione musulmana hanno invocato il loro diritto a non ascoltare musica dato che venerdì 1 aprile è iniziato il periodo del ramadan (in chiusura il prossimo 1 maggio).
Cos’è il ramadan?
Ricordiamo che il ramadan è un mese del calendario musulmano dedicato al digiuno che, per i musulmani, rappresenta uno dei cinque precetti fondamentali dell’Islam, oltre alla testimonianza di fede, alla preghiera, all’elemosina legale e al pellegrinaggio alla Mecca. Sono chiamati a praticare il digiuno in linea teorica tutti i fedeli in salute, ecco perché fanno eccezione i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza, ma anche i minorenni.
Ascoltare musica durante il ramadan è proibito? Il tema non è lineare e sembrerebbe che non ci sia una risposta definitiva. Le opinioni divergono attorno a vari fattori, dal volume di ascolto al tipo di musica alla sua funzione.
Più accordo circola sul ramadan riguardo ad altri divieti: in questo mese, dall’alba a tramonto i fedeli non devono bere né mangiare. Possono farlo quindi solo prima del sorgere del sole e dopo il tramonto. Nel contempo i fedeli devono astenersi dal sesso, dal fumo, dai peccati di parola (come la bestemmia o la menzogna) e da azioni violente.
L’episodio
Cosa è accaduto nella classe romagnola? Lo racconta sul proprio profilo Facebook la giornalista Elide Giordani, che riporta le parole di un amico docente che si è detto “frustrato” per l’accaduto.
Il docente lamenta il fatto che per tutto il ramadan gli sarà impedito l’uso della musica come strumento didattico, a meno che la famiglia degli studenti islamici non intervenga a dare il via libera a questa opzione educativa.
“Neppure i dirigenti dell’istituto hanno saputo che pesci prendere – afferma l’insegnante coinvolto nella vicenda -. Tutto è stato rimandato alla volontà dei genitori dei due studenti ed eventualmente dell’imam. Se diranno sì potremo proseguire, se no non si fa nulla”.
Perché non scegliere per gli studenti un’attività alternativa? “Perché farli uscire viene considerato mortificante,” osserva il docente in tono polemico.
Sul tema si solleva l’indignazione di Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia: “Quella che si sarebbe verificata diviene così una discriminazione al contrario a cui sono sottoposti tutti quegli studenti che hanno il diritto ed il dovere di seguire una lezione con le modalità decise dal docente”.
“Se confermato – prosegue – c’è da chiedersi dove siano i custodi del politicamente corretto, quelli che protestano per il crocifisso esposto o per il presepe allestito a Natale, brandendo la laicità dello Stato”.