Mancano pochi giorni alle elezioni politiche. La Tecnica della Scuola, nel lungo mese di campagna elettorale, ha informato i propri elettori con interviste, analisi e grafici di commento.
Dopo la responsabile scuola di Forza Italia, Elena Centemero, è il turno di quello di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.
Cosa si può salvare dalla Buona Scuola?
Della “buona scuola” non si può salvare nulla, mentre la scuola si può e si deve salvare, in primo luogo togliendo gli orpelli di un impianto aziedalistico e burocrate che con l’istituzione ha poco a che vedere e ripartendo dall’idea che essa sia una comunità educante: libera, promotrice di idee e di iniziative volte allo sviluppo culturale e critico dei giovani, che appassioni e miri ad un sapere complesso recuperando i valori della nostra cultura classica anche attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie. Se insegniamo ai giovani che internet non è solo social network, ma è anche un mezzo di ricerca e di analisi, riusciremo ad arginare il fenomeno della cyberdipendenza senza demonizzare uno strumento, fornendo supporto alle nuove generazioni circa l’utilizzo consapevole della rete.
Alternanza scuola/lavoro va ripensata in toto?
Sì, va ripensata in toto, ma senza eliminarla del tutto, bensì rimodulandone il monte ore previsto per legge in ragione degli indirizzi di studio e della didattica. L’ alternanza scuola-lavoro funziona in maniera discreta negli istituti professionali e tecnici, con grosso sforzo e moltissimo lavoro sommerso da parte degli insegnanti, tuttavia 400 ore sono una misura standard che non sempre combacia con l’interesse superiore dei ragazzi, poiché attua un processo di contingentamento dei tempi di studio che costringe i giovani a periodi di superlavoro. Differentemente nei licei non è riuscita a suscitare il minimo entusiasmo per la mancanza di progetti di qualità legati ai piani di studio liceali. Non dimentichiamoci la polemica e le contestazioni dello scorso autunno legate ai percorsi d’alternanza scuola-lavoro nati dall’intesa Miur/Mc Donald’s. Credo che una commissione tecnica che faccia il punto sulla situazione sia doverosa come pure una diversa articolazione di questo modello.
Cosa pensa del rinnovo del contratto scuola? Quali sono i punti di maggior perplessità?
Penso che alla scuola serva un nuovo contratto, rinnovato e adeguato alle nuove esigenze organizzative. Immagino un contratto che saldi la formazione degli insegnanti ad un nuovo concetto di progressione di carriera, articolata in diversi livelli professionali, con retribuzione adeguata al ruolo e al livello d’anzianità lavorativa e dunque valorizzi i meriti individuali senza comprimere l’orario professionale in mille attività aggiuntive. Il contratto siglato da poco è assolutamente temporaneo e rivedibile e, sebbene abbia il pregio di cercare di depotenziare alcune criticità della legge 107, non è assolutamente vicino ai bisogni della scuola sia dal punto di vista etico che economico.
Alunni violenti, avete pensato a misure di intervento sul tema? Cosa si può fare per salvaguardare l’integrità dei docenti e del personale scolastico?
La prima cosa da fare è arginare il processo di ingerenza delle famiglie nelle scelte degli insegnanti. Il voto in condotta deve essere subito ripristinato non condannato: sanziona un comportamento scorretto e abitua i giovani a prendersi le proprie responsabilità. Se è vero che esistono dei “no” che aiutano a crescere un richiamo o un voto basso in condotta servono ai giovani per capire che dovranno essere più disciplinati. Agli insegnanti deve essere restituito il loro ruolo autorevole d’educatori e la politica deve fare la sua parte dopo che per 5 anni il governo PD non ha fatto altro che denigrare, fiaccare e vilipendere la loro immagine.
Personale Ata dimenticato, cosa avete previsto?
Abbiamo studiato una serie di misure per l’incremento dell’organico Ata depotenziato già dal 2015 da una serie di tagli dissennati. In particolare il personale di segreteria è sottoposto a carichi di lavoro estenuanti e senza possibilità di sostituzione. Cercheremo di ridare respiro e dignità a questa categoria troppo spesso dimenticata. Diplomati magistrale e laureati in Scienze della Formazione primaria: non pensa che sia una “guerra tra poveri”. Non lo penso, lo è. Badate bene però che il MIUR e questo governo hanno fatto di tutto per incrementare liti e faide nel corpo docente. Questa inutile guerra deve essere fermata con urgenza: pensiamo ad una sostanziale modifica del testo unico per salvaguardare i diritti di tutti, iniziando dal personale già in ruolo fino ai vincitori di concorso, ai diplomati magistrali e ai laureati in scienze della formazione primaria. Il nostro progetto prevede anche l’estensione del tempo pieno al sud e l’incremento dell’organico di potenziamento all’infanzia.
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