In Italia l’importo medio delle tasse universitarie è compreso tra i 1.000 e i 5.000 euro annui, a causa del quale ci collochiamo nello stesso livello di Spagna, Slovenia, Lettonia, Lituania, Ungheria e Paesi Bassi. Ma, a differenza di alcune di queste nazioni, da noi non sono previsti gli stessi sussidi per coprire anche spese come l’alloggio.
Secondo il rapporto Eurydice 2014 però il primato in Europa con le tasse universitarie più alte spetta al Regno Unito dove per il primo ciclo dell’istruzione terziaria si spendono circa 10mila euro e per il secondo intorno a 5mila. In altri stati UE, invece, le tasse addirittura non si pagano. È così in Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Austria, Scozia e Grecia. A questo gruppo si è unita recentemente la Germania che, dopo averle introdotte per la prima volta nel 2007, ha appena deciso di abolirle.
Stando alle cifre del rapporto Eurydice 2014, l’alto ammontare delle tasse universitarie l’Italia non è compensato da adeguate agevolazioni per gli studenti meno abbienti o più meritevoli. Da noi è l’88,5 per cento degli iscritti a pagare, mentre in Spagna la percentuale scende al 70 per cento e in Francia al 65, e solo il 7,95 per cento degli studenti riesce ad ottenere una borsa. Il cui importo, peraltro, è abbastanza modesto: meno di 5mila euro annui.
Quest’ultimo dato ci pone dietro a Francia, Spagna, Portogallo e Germania.
Ma il governo Renzi per tutta risposta continua a tagliare ulteriormente i già scarsi fondi per le borse di studio.
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