Su 16 milioni di pensionati, quanto percepiscono le donne è in media più basso degli uomini: parliamo di circa 500 euro in meno: lo rivela il rapporto annuale Inps presentato nella mattinata di oggi 11 luglio.
I pensionati a fine dicembre 2021 erano 16 milioni per un importo lordo complessivo di quasi 312 miliardi (+1,55% sul 2020). Nell’ambito di questo bacino le donne rappresentano il 52% del totale (8,3 milioni a fronte di 7,7 milioni di uomini), ma pur essendo numericamente più degli uomini, le donne percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici ovvero 137 miliardi di euro contro i 175 miliardi dei maschi.
Come si traduce questo dato in termini di pensione mensile media? L’importo medio mensile dei redditi percepiti dagli uomini è superiore a quello delle donne del 37%: se i pensionati uomini percepiscono 1.620 euro al mese le donne hanno 1.374 euro, oltre 500 in meno degli uomini (1.884).
“Il divario pensionistico tra donne e uomini è ancora molto significativo e vale per tutte le gestioni, per tutte le tipologie di pensioni e per tutte le classi di età. Il segretario generale della Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo, nella relazione presentata al 12/o congresso della Uilp spiega: “Più le pensioni sono di importo elevato, minore è il numero delle donne che le percepiscono”, ha detto Barbagallo, sottolineando che “superare questo gap è obiettivo primario della Uil e della Uilp”.
Peraltro il gender gap non è solo pensionistico ed esiste anche nel mondo della scuola, come abbiamo già riferito illustrando il report Ocse Education at a Glance 2021, tuttavia il divario è minimo: le insegnanti donne, infatti, in media ricevono appena il 2% in meno dei colleghi maschi, un dato che ci spieghiamo come una minore attribuzione alle donne di incarichi aggiuntivi remunerati, dato che la rilevazione Ocse considera i salari effettivi, quelli comprensivi cioè di ulteriori remunerazioni rispetto a quelle ordinarie.
Quanto all’inflazione, l’Inps conferma che l’aumento dei prezzi a fine anno potrebbe assestarsi sull’8%. Lo hanno spiegato i tecnici dell’Istituto presentando il rapporto. Un dato scoraggiante anche per la scuola, specie alla luce dello stallo delle trattative sul contratto che “garantisce” a un milione e 200 mila lavoratori stipendi più bassi del 2008.
E le cose potrebbero persino peggiorare. L’Inps ha spiegato infatti che sulla base dei dati al primo gennaio 2020 (quindi senza considerare pandemia e guerra) il disavanzo patrimoniale dell’Istituto potrebbe arrivare a 92 miliardi nel 2029. “Non esiste un problema di sostenibilità – hanno spiegato – ma c’è un warning. Ci vuole crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio”.
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