La percentuale di gradimento non è molto difforme da quella rilevata in precedenti inchieste, ma l’analisi approfondita dei dati sul grado di appagamento degli aspetti soddisfacenti del percorso formativo dei ragazzi – capacità professionali e cultura acquisita, rapporti con i compagni e i docenti – evidenzia delle novità rispetto al passato. Innanzitutto c’è un calo generalizzato della stima nei confronti dei professori. Secondariamente appare evidente come l’atteggiamento degli studenti verso gli educatori stia diventando sempre più critico. Lo testimonia il fatto che i giovani, soprattutto se laureati e donne, riscontrano nei docenti più di un difetto. Ciò, perché i ragazzi stanno diventando più consapevoli di essere degli utenti di un servizio che possono giudicare e al quale possono chiedere di fare meglio. Nella graduatoria dei difetti più diffusi tra gli insegnanti la prima posizione è occupata dalla scarsa considerazione verso le esigenze degli alunni (44,2% degli intervistati); la seconda dall’incompetenza (24,1%); la terza dall’influenza ideologica (15,6%); la quarta dalla severità (8,9%) e la quinta dall’arrendevolezza (7,1%). Il prevalere della limitata considerazione verso i bisogni degli alunni sugli altri difetti dimostra come per i giovani il problema maggiore sia quello della mancanza di un canale di comunicazione con gli insegnanti. Anche di questo importante aspetto occorre dunque tenere conto per costruire percorsi formativi di qualità.
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