Secondo il Rapporto Ires 2022, realizzato su dati 2021 dall’Osservatorio istruzione e formazione professionale dell’Ires Piemonte, come riporta La Repubblica, alle medie 3 ragazzi su 10 non raggiungono i livelli minimi di preparazione in italiano e addirittura 4 su 10 in matematica (erano il 35% nel 2019).
In quinta elementare i low performer in matematica sono diventati il 29% (erano il 25% nel 2019) e alla fine delle superiori sono il 34% (erano il 31% due anni prima). Come possono essere interpretati questi dati? Secondo gli studiosi non bisogna sottovalutare gli effetti della pandemia, a causa della quale i ragazzi sono sempre più scoraggiati.
Un altro grande cambiamento da non sottovalutare è il calo demografico. “Bisogna saper sfruttare questa situazione – afferma Carla Nanni, coordinatrice della ricerca – e approfittare del fatto che si riduca il numero di allievi per ogni insegnante. I docenti possono essere impiegati così per aiutare gli studenti in difficoltà a recuperare o per seguire le classi nell’orientamento”.
Gli alunni che riportano gravi insuccessi scolastici a volte dovrebbero solo essere aiutati, il prima possibile, a trovare il proprio metodo di studio, la modalità di apprendimento più adatta a sé stessi. Gli insegnanti non possono più non tenere conto delle peculiarità dei membri delle loro classi. Non si tratta di una soluzione da “bacchetta magica” che risolve magicamente tutti i problemi. Riflettere sul metodo di studio, però, è sicuramente benefico.
Su questi argomenti il corso Metodo di studio e personalizzazione dell’apprendimento, in programma da venerdì 14 ottobre, a cura di Mariangela Angeloni e Pietro Sacchelli.
L’obiettivo del corso è approfondire sul piano pedagogico-didattico le problematiche del metodo di studio e della personalizzazione dell’apprendimento, spesso interpretati in modo poco corretto.
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