E’ sempre più vecchia la popolazione italiana. Un italiano sui cinque è over 65. Tale percentuale potrebbe, entro il 2050, a meno di fenomeni di grossa portata, al momento imprevedibili, toccare la soglia del 34 %.
Nonostante le donne facciano più figli e l’indice di natalità continui lentamente crescere, da dieci anni a questa parte, i minorenni costituiscono una quota sempre minore della popolazione italiana: nel 1994 era del 18,4 %, lo scorso anno è stata del 17,1 %. Secondo le previsioni sai ridurrà, entro il 2050, al 15,4 %.
Questo l’allarme lanciato recentemente dall’Istat che ha reso noto le “stime anticipatorie dei principali indicatori demografici del 2005 a livello nazionale, regionale e provinciale” mettendo a disposizione delle famiglie, degli studiosi e degli esperti in tutti i settori dell’economia, ma soprattutto dei decisori politici una serie smisurata di dati.
Gli italiani con età superiore a 65 anni dal gennaio 2005 sono pari al 19,5 % del totale della popolazione. L’anno precedente, alla stessa data, erano pari al 16,5 %.
Gli under 18 che alla stessa data dello scorso anno erano il 17, 1 % hanno raggiunto la percentuale del 18,4 %.
Disarticolando il dato per regione lo stresso rapporto evidenzia che sono le Marche la regione in cui si vive di più: gli uomini hanno la speranza di raggiungere i 79 anni e le donne gli 86. Dove invece la percentuale scende è la Campania. Secondo le stime dell’Istat la quota per gli uomini è di 76,1 anni e delle donne 81,8 anni.
È molto importante concentrare l’attenzione sugli indizi, tante volte minimi, che possono suggerire accelerazioni o rallentamenti degli attuali andamenti. Se si guarda, infatti al fenomeno della fertilità, si evidenzia che le donne, fanno più figli. La percentuale è salita dall’1,33 del 2004 al 1,34 del 2005.
Interessante pure notare che il minor numero di crescita delle culle si registra al Sud, contrariamente a quanto avveniva tradizionalmente. Nel Mezzogiorno, infatti, la percentuale è passata dall’1,41 a 1,35 per donna.
Altro dato: più morti che nati. I decessi superano le nascite di circa seimila unità. Sono nati poco più di 569mila bambini, settemila in più rispetto a 2004. I decessi sfiorano le 575mila unità, 28mila in più rispetto al 2004.
Il saldo positivo della crescita della popolazione, secondo l’Istat deriva dall’aumentata immigrazione. In tutte le regioni, eccetto che in Campania e in Calabria, il saldo della popolazione immigratoria è stato negativo.
Su tutto il territorio nazionale si è registrata un’eccezionale ondata immigratoria confermando la tendenza degli ultimi tre anni.