Rapporto Legambiente su scuola: 39% edifici necessita di manutenzione

In Italia su 6.310 edifici, circa il 65% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 39% necessita di interventi di manutenzione urgente, il 29,3% si trova in aree a rischio sismico, il 10% in aree rischio idrogeologico e il 10,4% in aree a rischio vulcanico. Sono, poi, ancora davvero poche le scuole costruite con criteri di bioedilizia, sono solo lo 0,6%, mentre solo l’8,7% sono quelle edificate con criteri antisismici.

Sul fronte delle pratiche sostenibili, aumentano gli edifici (14,3%) che usano energia rinnovabile mentre si registra un calo del servizio scuolabus e dei servizi scolastici. E’ quanto emerge dai dati del XVI Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia presentata oggi a Milano a Palazzo Sormani. A guidare, invece, la graduatoria della qualita’ dell’edilizia scolastica sono sempre le citta’ del nord. Al primo posto svetta Trento, seguita da Reggio Emilia (2º) e Forli’ (3º). Ci sono poi Verbania (4º), Piacenza (5º), Biella (6º), Bolzano (7º), Pordenone (8º), Brescia (9º) e Gorizia (10º). Quest’anno Roma e’ tra le citta’ escluse dalla graduatoria, perché ha inviato meno del 50% dei dati richiesti.

“La presentazione di questa XVI edizione di Ecosistema Scuola – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente – avviene in un contesto in evoluzione segnato da una maggiore attenzione e sensibilita’ al tema dell’edilizia scolastica, dalla pubblicazione, seppur parziale, dei dati dell’anagrafe scolastica e dai finanziamenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria. Ma questi interventi non bastano, c’e’ bisogno di una programmazione di ampio respiro che poggi su tre linee di azione: messa in sicurezza, manutenzione ordinaria e innovazione delle nostre scuole. Senza dimenticare un piano pluriennale credibile accompagnato da una efficace informazione. La buona scuola deve partire prima di tutto da qui, per questo ci auguriamo che vi sia un vero e concreto cambiamento per la scuola”

Redazione

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