Attualità

Rapporto Ocse 2023, le sfide di Valditara: asili nido, riforma istituti tecnici, Agenda Sud e personalizzazione dell’istruzione

Oggi, 12 settembre, dalle ore 11 alle 12.30 presso la Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito (viale di Trastevere 76/a) viene presentato in Italia il rapporto del rapporto Ocse “Education at a glance 2023”. Ad intervenire il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe ValditaraTia Loukkola (direttrice del Centro per la ricerca educativa e l’innovazione dell’Ocse). Il presidente di Invalsi Roberto Ricci modera l’evento.

Ecco le parole di Valditara: “Questo studio deve essere considerato di grandissima attenzione per chi si occupa di scuola. Alcune delle indicazioni che emergono devono farci riflettere. Una delle cose che mi ha colpito è l’importanza di iniziare precocemente l’educazione per sottrarre i giovani che provengono da contesti disagiati da un rischio di dispersione”.

“Il tema della scuola dell’infanzia è importantissimo. A febbraio abbiamo approvato norme di semplificazione per consentire agli enti locali per realizzare il progetto Pnrr in merito agli asili nido. Nel Decreto Caivano abbiamo stanziato diversi milioni per avvicinarci sempre di più ai target indicati dall’Europa”.

La rivoluzione degli istituti tecnici e professionali

“Un altro tema importante è quello dell’istruzione tecnico-professionale. Prossima settimana, il 18, porterò in Consiglio dei Ministri la riforma. Qui ci sono dei dati interessanti. Importante è sottolineare come l’apprendimento basato sul lavoro offra vantaggi di particolare significato, sia perché consente di applicare le competenze in un contesto pratico, sia perché facilita la transizione tra scuola e lavoro. Importante è anche favorire il passaggio dell’istruzione tecnico professionale al livello successivo: da qui l’idea di costruire un percorso 4+2, una filiera, proprio per favorire lo sbocco negli Its in particolare”.

“C’è un problema molto interessante. I tassi di occupazione dei diplomati nei tecnici professionali Italia sono molto più bassi rispetto alla media. Ciò ci spinge a sperimentare forme nuove. Ci vuole un’istruzione tecnico professionale di alta qualità. Il vantaggio retributivo di chi ha una qualifica tra i 45 e i 55 anni è superiore a chi non le ha. Interessante è anche un altro dato: il tasso di occupazione in tutti i paesi Ocse è molto più elevato per chi proviene da un tecnico professionale rispetto a chi fa un percorso liceale”.

Agenda Sud e personalizzazione dell’istruzione

“Un altro aspetto su cui riflettere: nell’area Ocse il 14% dei giovani adulti non ha acquisito il diploma di istruzione secondaria superiore, in Italia il 22%. Il dato va riconnesso con la divaricazione nei risultati formativi all’interno del nostro Paese, con un Italia spaccata in due, ciò è moralmente inaccettabile. Per questo abbiamo deciso di varare Agenda Sud che coinvolge ben 245 scuole”.

“Soprattutto in certo contesti di fragilità, in alcune materie chiave, un’aggiunta di docenti è fondamentale, anche per consentire un prolungamento del tempo scuola. L’altra grande sfida è, oltre a investire risorse, è convincere i genitori a mandare i figli a scuola, e ai ragazzi ad andarci, soprattutto in aree critiche. Non è un caso che la camorra abbia sparato col mitra davanti la chiesa di Don Patriciello”.

“Emerge da questo report un bisogno di personalizzazione dell’istruzione, tailor made, sartoriale, modellata sulle potenzialità del ragazzo. L’idea del tutor e dell’orientatore va in questa direzione”.

“Rendere attrattiva la professione docente”

“In tutto l’Occidente c’è una crisi della professione docente, sempre meno attrattiva. Bisogna ridare autorevolezza sociale a questa funzione strategica, al lavoro più bello del mondo. Dare un futuro ai giovani è il lavoro più bello del mondo. Bisogna dare prestigio sociale ai docenti, per rendere attraente una professione. Se vogliamo una scuola capace di formare i ragazzi dobbiamo motivare i nostri docenti e i giovani a intraprendere questa carriera, che spesso porta a lavorare lontano da casa. Una delle grandi emergenze su cui dobbiamo ragionare è rendere attrattiva una professione strategica per il futuro dei nostri Paesi”.

Laura Bombaci

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