“Education at a glance” (Uno sguardo sull’Istruzione) è il titolo del rapporto OCSE che prende a esame i sistemi scolastici dei 37 stati membri, nonché di 9 altri grandi Paesi, tra cui Cina, Brasile e Russia nel 2020.
Education at a glance, nella sua consueta analisi, dà pure un resoconto sugli effetti che la pandemia ha prodotto e sta producendo su 1,6 miliardi di studenti nel mondo coinvolti in media per 10 settimane nelle misure di contenimento che poi fondamentale si scaricano sulla variabile del numero di discenti per classe.
In altre parole la pandemia, pur con tutte le misure necessarie per contenerla soprattutto a scuola, alla fine ha a che fare con il livello di alunni per classe.
Nel nostro Paese, la sufficienza con la quale si è proceduto nell’edilizia, ha generato per troppi anni le cosiddette classi “pollaio”, i cui effetti – assieme a aule risicate in edifici magari nati con altra destinazione e adattati alla meglio nel corso del tempo – stanno ora mettendo in difficoltà numerosi istituti scolastici.
“Nel contesto della crisi globale per il Covid-19 – sottolinea l’Ocse – l’affollamento delle classi sarà un parametro cruciale per determinare se e come le scuole riapriranno. I Paesi con le classi più numerose dovranno fronteggiare sfide maggiori nel riorganizzare i gruppi nelle aule, onde minimizzare i rischi di contagio”.
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