Attualità

Rapporto Ocse-Pisa: solo il 3% dei giovani vorrebbe fare il prof

Il 97% dei prof più qualificati insegna in scuole di élite anche se pubbliche: lo dice il  Rapporto Ocse-Pisa, l’indagine sui 69 Paesi per individuare le più efficaci politiche per l’insegnamento.

Ottimo lavoro il prof: ma solo per il 3%

Ma lo studio dice pure che in Italia solo 3 studenti su 100 pensano di fare l’insegnate, in pratica il 5% sono ragazze, l’1% maschi, mentre in Nazioni come la Corea, la Germania, il Giappone, la Nuova Zelanda o la Svizzera, secondo il Rapporto, ad aspirare alla cattedra sono i migliori studenti.

Gli stipendi e il prestigio perso

Come si spiega questa divaricazione? L’Ocse lo giustifica non solo in termini di salari più elevati, ma anche per il livello di esigenza e professionalità richiesto ai docenti, che contribuisce al loro prestigio nella società. D’altra parte gli stipendi e la formazione degli insegnanti rappresentano la quota maggiore della spesa per l’istruzione in ogni paese.

Ok autonomia e dirigenti

Dell’Italia il Rapporto promuove l’autonomia delle scuole per quanto riguarda la scelta dei docenti, “non è un ostacolo all’equità nell’accesso ad un insegnamento di qualità, contrariamente a quello che si potrebbe temere”, e l’aumento delle responsabilità dei capi di istituto “che possono svolgere, se preparati per questo compito, un ruolo importante per attrarre, accompagnare, e formare docenti che rispondono alle esigenze della realtà educativa locale”.

Lo studio raccomanda quindi di creare le condizioni che permettano  di attrarre insegnanti qualificati e efficaci nelle scuole più “difficili” proprio perchè i divari tra gli studenti sono in gran parte dovuti alla diversa qualità della docenza.

Gli studenti con status socio-economico svantaggiato, inoltre, hanno più spesso, rispetto ai loro coetanei più fortunati, insegnanti precari o con minore anzianità di servizio.

Tendono infatti ad avere una percentuale minore (83%) di insegnanti in possesso di abilitazione, rispetto alle scuole superiori più avvantaggiate da un punto di vista socio-economico (97%).

Ma non solo: gli insegnanti lamentano più spesso una carenza di docenti e le scuole più svantaggiate avevano, nel 2015, una maggiore presenza di insegnanti precari, 26% tra gli insegnanti di scienze e 21% tra gli insegnanti restanti (contro il 12% e l’8%, rispettivamente).

Un divario solo italiano

Questo divario tende ad essere ampio non solo in Italia, ma anche in Francia, Paesi Bassi, e nel sistema scolastico pubblico degli Stati Uniti mentre in Paesi come Canada, Finlandia, Giappone o Corea, le qualifiche, le credenziali e l’esperienza degli insegnanti sono più equilibrate tra le scuole.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Nel centenario di Danilo Dolci: nonviolenza, maieutica reciproca e l’immaginazione di un mondo più giusto

   Danilo Dolci nasceva cent'anni fa, il 28 giugno, a Sesana, che allora era italiana…

03/07/2024

Dispersione scolastica, gli anni più rischio terza media e primo superiore: perché i docenti tutor non arrivano? Il nostro direttore replica al Ministero

Nel ringraziare la dottoressa Carmela Palumbo, capo dipartimento del MIM, per le precisazioni inviate in…

02/07/2024

La formazione sul sostegno deve essere erogata dalle Università. Risposta alla Latini

Relativamente all’intervista rilasciata dalla Deputata Giorgia Latini, noi docenti precari di sostegno ci sentiamo di…

02/07/2024

Il docente non può pranzare scuola e a nessuno gliene importa…

Nel ringraziare La Tecnica della Scuola per l'interesse mostrato nella causa in questione, (vedasi https://www.tecnicadellascuola.it/settimana-corta-a-scuola-senza-buoni-pasto-e-a-discapito-dei-docenti),…

02/07/2024

Un calcolo matematico spiega perché i maschi non possono allattare

Non scherzate con la matematica: più si conosce, più si approfondisce e più ci si…

02/07/2024

Precari scuola, conviene richiedere la NASpI entro 8 giorni dalla scadenza del contratto

I docenti e ATA con contratto scaduto il 30 giugno possono presentare domanda di NASpI,…

02/07/2024