Sono 223 i milioni di bambini che subiscono violenze. Una cifra altissima che corrisponde al 21% dei bambini del pianeta. Di questi l’80/90% subiscono violenze tra le pareti domestiche. Ancora oggi sono 106 gli Stati che nel mondo praticano le punizioni a scuola. 218 milioni sono i bambini sfruttati. Un milione e mezzo sono vittime di sfrutta mento. Quasi due milioni finiscono nel giro della prostituzione .Sono questi solo taluni dei dati allarmanti del I Rapporto Onu sulla violenza infantile.
Il “Rapporto delle Nazioni Unite sulla violenza sui bambini” è stato presentato a Roma il 12 ottobre 2006, in contemporanea alla conferenza stampa del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, tenuta a New York. Commissionato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dal Comitato dei Diritti del Fanciullo è stato steso in collaborazione con gli organismi internazionali che lavorano nella tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, tra i quali l’Unicef, l’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, gliStati membri delle Nazioni Unite e numerose Organizzazioni non Governative. La problematica della violenza è stata affrontata analizzando i contesti sociali in cui si svolge la vita dei bambinie in cui dovrebbero trovare applicazione i suoi diritti, quali la famiglia, la scuola, gli ambienti istituzionali, la parrocchia, la palestra, i posti di lavoro ecc. ma che, viceversa, sono i posti in cui più facilmente avvengono gli atti di violenza. Particolare attenzione è stata prestata allecause, airischi connessi e alle modalità di tutela che si potrebbe prestare ai minori vittime di abusi. È il primo rapporto dell’Onu sulla violenza ai danni dell’infanzia nel mondo che ha come scopo quello di porre l’attenzione su un problema di dimensioni globali, fornire un quadro completo e dettagliato sulla natura, l’estensione e le cause della violenza sui bambini ed esortare i governi ad agire per prevenire e ridurre tale violenza.
Il rapporto definisce la violenza come uso intenzionale della forza fisica e del potere, vero o presunto, che provoca o potrebbe provocare, ferite, morte, danni psicologici, malformazioni fisiche e privazioni, tenendo conto anche delle indicazioni contenute nella Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo del 1989.Nel rapporto è stato trattato il tema della violenza sui bambini in famiglia, nelle scuole, negli ambienti istituzionali, nei vari ambienti di lavoro e tutte le altre questioni ad esso correlate. Per ciascuno di questi ambiti sono state esaminate le cause, i rischi connessi e le modalità di tutela dei bambini. In particolare sono state individuate e prese in esame le best practices per la prevenzione.Nel rapporto sono stati affrontati anche tutti i casi in cui i bambini sono maggiormente esposti alla violenza: violenza nei media (es. pedopornografia), pratiche nocive tradizionali (es. la mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato o in tenera età), violenza contro i bambini provenienti da minoranze etniche, comunità immigrate o migranti, violenza sui bambini infetti o affetti da HIV/AIDS e bambini violenti. Nel rapporto non è stato trattato il tema della violenza sui bambini durante i conflitti armati.
Forte la richiesta del Rapporto a tutti gli Stati di predisporre un’adeguata legislazione di protezione dell’infanzia.