Attualità

Rapporto Svimez, l’Italia delle due scuole, ma con un paradosso: al nord più tempo scuola, ma al sud esiti scolastici finali migliori

Il rapporto diffuso oggi dallo Svimez conferma in larga misura dati ampiamente noti da tempo: nel nostro Paese esistono “due scuole” che poco hanno a che fare fra di loro.
Nella scuola primaria, per esempio, il tempo pieno è molto diffuso al nord ma quasi inesistente al sud. In tutti gli ordini di scuola le stesse strutture sportive sono distribuite in modo difforme: palestre e locali per le attività fisiche e motorie sono molto presenti al nord e poco al sud.
Per non parlare poi dei dati sulle mense che, ovviamente, sono indispensabili per consentire un utilizzo pieno dei locali scolastici per l’intera giornata (per la verità le mense rappresentano sempre di più per molti minori l’unica possibilità di usufruire di un pasto caldo completo): come al solito le percentuali divergono assai fra le diverse regioni.

“Per contrastare queste dinamiche – sostengono i ricercatori dello Svimez – occorre invertire il trend di spesa e rafforzare le finalità di coesione delle politiche pubbliche nazionali in tema di istruzione. Il PNRR è l’occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l’allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l’analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord”. Tutti dati di grande interesse che andrebbero messi anche in relazione con gli esiti dei percorsi formativi degli alunni e delle alunne.
Esiti che però sono fra di loro contraddittori: è noto da tempo che nelle regioni del sud la dispersione scolastica è decisamente maggiore rispetto al nord e questo fa pensare che l’organizzazione del servizio scolastico sul territorio abbia conseguenze importanti sul futuro degli studenti e delle studentesse.
Ma questo contrasta in modo significativo con gli esiti degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo e al quale accede ormai più dell’80% della popolazione scolastica.
Come si constata da anni i risultati degli esami sono mediamente più alti al sud rispetto al nord: e questo dato sembra dimostrare, al contrario, che tempo pieno, mense scolastiche, maggiore disponibilità di trasporti e infrastrutture (palestre, biblioteche, ecc…) non siano del tutto ininfluenti rispetto agli esiti scolastici finali.
Un paradosso che, per la verità, nessun rapporto di ricerca ha mai chiarito del tutto.

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

Cessazioni dal servizio di docenti e Ata con 65 anni di età e il massimo contributivo, proroga all’11/11/2024 per la pensione d’ufficio

Arriva una proroga per gli uffici competenti alle cessazioni del personale docente e amministrativo che…

02/11/2024

Sciopero 31 ottobre, Bucalo (FdI): “La scarsa adesione dimostra che la scuola apprezza le scelte del Governo”

"La scarsa adesione allo sciopero generale del comparto scuola indetto da Flc Cgil per il…

02/11/2024

Negli Usa un 14enne si toglie la vita: conversava per ore con un chatbot. L’intelligenza artificiale ha avuto un ruolo nel suicidio?

Può essere “imputato” all’IA generativa il suicidio di un ragazzo? Veniamo ai fatti: Sewell Setzer…

02/11/2024

Dimensionamento scolastico: se fatto correttamente può essere una risorsa per migliorare il sistema

Leggiamo in questi giorni sulla stampa e sui social della preoccupazione di alcuni personaggi politici…

02/11/2024

Valditara al G20 Istruzione: focus su apertura delle scuole alle comunità, formazione dei docenti ed educazione allo sviluppo sostenibile

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto a Fortaleza alla Riunione Ministeriale…

02/11/2024

Lezione sull’uso del manganello in una classe di un liceo di Genova, è polemica. M5S e Verdi-Sinistra: subito interrogazione parlamentare

Siamo davvero curiosi di sapere sulla vicenda che ha coinvolto una classe di un liceo…

02/11/2024