Si discute ancora proposito delle disparità tra gli studenti del Nord e quelli del Sud. Stavolta a inserirsi nel dibattito sono stati i dati raccolti da Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno. Quest’ultima, nelle anticipazioni al Rapporto 2022 sull’economia e la società del Mezzogiorno ha delineato un quadro preoccupante a proposito dell’ampliamento delle differenze tra Italia Meridionale e Settentrionale.
Lo studio ha messo in luce alcuni problemi strutturali delle scuole del Sud. Nella ricerca si legge che, a causa delle molteplici carenze infrastrutturali, gli studenti meridionali perderebbero molte ore di scuola rispetto ai loro coetanei settentrionali. Solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al Tempo Pieno a Scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. La Basilicata (48%) è l’unica regione del Sud con valori simili a quelli del Nord. Bassi i valori di Umbria (28%) e Marche (30%), molto bassi quelli di Molise (8%), Sicilia (10%).
Gli allievi della scuola primaria nel Mezzogiorno frequentano in media 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord. La differenza tra le ultime due regioni (Molise e Sicilia) e le prime due (Lazio e Toscana) è su base annua di circa 200 ore. Considerando un ciclo scolastico intero (5 anni), gli alunni di Molise e Sicilia perdono circa 1000 ore che corrispondono a circa il monte ore di un anno di scuola primaria. Analoga la situazione delle altre regioni meridionali con l’eccezione della Basilicata.
Lo studio di Svimez si è focalizzato su due elementi, mense e palestre, che a quanto pare sembrano essere degli optional in molte scuole meridionali. Si legge infatti che nel Mezzogiorno circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184mila (88%), in Puglia 100mila (65%), in Calabria 60mila (80%). Nel Centro-Nord gli studenti senza mensa sono 700mila, il 46%.
In quanto alle palestre, sono 550mila gli alunni delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) che frequentano scuole che non ne sono dotate. Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre mentre registrano un netto ritardo la Campania (170mila allievi senza, 73% del totale), la Sicilia (81%), la Calabria (83%). Nel Centro-Nord gli studenti senza palestra raggiungono il 54%. Il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado.
Da segnalare che quasi un minore meridionale su 3 (31,35%) nella fascia tra i 6 e i 17 anni è in sovrappeso, rispetto ad un minore su cinque nel Centro-Nord, in Basilicata il 40% (SVIMEZ-UISP, 2021).
A proposito dei risultati di questo studio appena presentati, il vicesegretario del Partito Democratico Peppe Provenzano, ex Ministro per il Sud e la coesione territoriale, ha commentato così: “Uno scandalo. Con il Piano Sud 2030, e con la priorità Sud nel NGEU, abbiamo posto le premesse per colmare davvero questo divario inaccettabile. Noi dobbiamo e possiamo farlo, fosse stato per la destra non ne avremmo avuto nemmeno l’opportunità. È la prima ingiustizia italiana, la vera urgenza”.
La questione sollevata dalle anticipazioni del Rapporto 2022 di Svimez, che spera venga data continuità al PNRR per colmare questo genere di divari a partire proprio dall’istruzione, si collega inevitabilmente al dibattito proposito delle prove Invalsi e alla differenza emersa tra i numerosi studenti diplomati con il massimo dei voti al Sud e i risultati Invalsi secondo cui gli studenti meridionali, anche se eccellenti, raggiungono comunque livelli di competenze inferiori rispetto a quelli del Nord.
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