In Italia “la libertà di stampa è chiaramente deteriorata nel 2018” e “la crescente violenza contro i giornalisti è particolarmente preoccupante”.
Ad affermarlo è il rapporto scritto dalle 12 organizzazioni che gestiscono la piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e l’incolumità dei giornalisti, in cui si afferma che “la libertà di stampa sul continente non è mai stata così fragile dalla fine della Guerra fredda”.
A rendere evidente il peggioramento della situazione in Italia, uno dei 4 paesi insieme a Turchia, Russia, e Ungheria cui è dedicato un paragrafo a parte, è “il brusco aumento” di segnalazioni di violazioni alla libertà di stampa fatte sulla piattaforma nel 2018, “triplicate rispetto all’anno precedente”.
Il grosso delle segnalazioni è giunto dopo l’insediamento del “nuovo governo, il primo giugno” e dopo che “i due vicepremier, Di Maio e Salvini, esprimono regolarmente una retorica particolarmente ostile a media e giornalisti sui social”.
Gli autori del rapporto affermano che “tra le altre cose, il vice premier Matteo Salvini ha minacciato di togliere la scorta al giornalista Roberto Saviano, nonostante siano note le minacce di morte che ha ricevuto da parte delle organizzazioni criminali”.
Mentre, si legge nel documento, “il vice primo ministro Di Maio ha insultato i giornalisti (dopo il processo al sindaco di Roma, Virginia Raggi) e ha dato inizio a una politica per abolire i fondi pubblici alla stampa”.
La notizia è riportata da Rainews24 e in verità non ci piace affatto, proprio perché la democrazia si fonda sulla libertà di stampa e di critica, dal momento che solo così, con una informazione affrancata, corale e diffusa, i cittadini, che votano e scelgono i loro rappresentati al parlamento, possono selezionare e decidere. Il timore è che ancora una volta si gridi alla congiura e al complotto contro i nuovi governati della Nazione, per screditarli e colpevolizzarli.
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