Secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef, presentato in questi giorni, la percezione pubblica dell’importanza dei vaccini per i bambini è diminuita in 52 su 55 Paesi presi in considerazione, proprio durante la pandemia, periodo durante il quale, tra il 2019 e il 2021, ben 67 milioni di bambini nel mondo non hanno ricevuto le vaccinazioni, con livelli di copertura vaccinale in calo in 112 Paesi; tra questi 48 milioni non hanno ricevuto una sola dose di vaccino. Il report si basa sui dati raccolti dal Vaccine Confidence Project (VCP), fondato nel 2010 dalla professoressa Heidi Laron della London School of Hygiene and Tropical Medicine per comprendere meglio il crescente scetticismo nei confronti dei vaccini in tutto il mondo.
Il VCP è stato il primo gruppo di ricerca a mappare e monitorare la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni su scala globale e rimane l’unico gruppo di ricerca completamente dedicato alla comprensione delle radici, delle tendenze nel tempo e degli impatti della fiducia nei vaccini.
Il rapporto“La condizione dell’infanzia nel mondo 2023: per ogni bambino, vaccinazioni” rivela che la percezione dell’importanza dei vaccini per i bambini è diminuita di oltre un terzo nella Repubblica di Corea, Papua Nuova Guinea, Ghana, Senegal e Giappone dall’inizio della pandemia. In Italia, c’è stato un calo di 6,8 punti percentuali nella fiducia nei vaccini, dal 92,1% all’85,5%. Maggiore il calo tra le persone sotto i 35 anni (7,5 punti percentuali) rispetto a quelle sopra i 65 anni (4,6). Fra le donne (8,6 punti in meno) maggiore che fra gli uomini (4,7 punti in meno).
Sono solo tre, ovvero Cina, India e Messico gli unici paesi studiati in cui i dati indicano una percezione dell’importanza dei vaccini rimasta inalterata o addirittura migliorata. Nella maggior parte dei paesi, le persone sotto i 35 anni e le donne hanno maggiori probabilità di segnalare meno fiducia nei vaccini per i bambini dopo l’inizio della pandemia.
In quasi la metà dei 55 Paesi studiati, più dell’80% degli intervistati ritiene che i vaccini siano importanti per i bambini, ma – ricorda il report – la fiducia nei vaccini è volatile e legata al tempo. Alla fine del 2021, India e Nigeria (entrambi paesi con nascite molto numerose) avevano il più ampio numero di bambini a 0 dose, ma l’incremento del numero dei bambini a 0 dose è stato particolarmente notevole in Myanmar e nelle Filippine.
Tuttavia, il rapporto avverte che la confluenza di diversi fattori suggerisce che la paura dell’esitazione nei confronti del vaccino potrebbe essere in aumento e tra questi l’incertezza sulla risposta alla pandemia, il crescente accesso a informazioni fuorvianti, la diminuzione della fiducia nelle competenze e la polarizzazione politica.
Non possiamo permettere che la fiducia nelle vaccinazioni di routine diventi un’altra vittima della pandemia. Altrimenti, la prossima ondata di decessi potrebbe riguardare altri bambini colpiti da morbillo, difterite o altre malattie prevenibili, ha detto Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef, introducendo il rapporto.
La pandemia ha interrotto la somministrazione di tanti diversi tipi di vaccinazioni dei bambini quasi ovunque, soprattutto a causa delle pressioni sui sistemi sanitari, del dirottamento delle risorse per le vaccinazioni verso la vaccinazione contro il Covid-19, della carenza di operatori sanitari e delle misure di permanenza a casa e pertanto, i bambini nati appena prima o durante la pandemia stanno superando l’età in cui normalmente verrebbero vaccinati, saltando così importanti fasi vaccinali per la prevenzione di numerose malattie.
Nel 2022, per esempio, il numero di casi di morbillo è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente e il numero di bambini paralizzati dalla polio è aumentato del 16% rispetto all’anno precedente. Prima dell’introduzione del vaccino nel 1963, il morbillo uccideva circa 2,6 milioni di persone ogni anno, prevalentemente bambini.
Il rapporto dell’Unicef esorta i governi a identificare e raggiungere con urgenza tutti i bambini, soprattutto coloro che non hanno ricevuto le vaccinazioni durante la pandemia da Covid-19, dare priorità ai finanziamenti per i servizi di vaccinazione e di assistenza sanitaria primaria; costruire sistemi sanitari resilienti attraverso investimenti in personale sanitario femminile, innovazione e produzione locale.
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