Attualità

RAV, rapporti non sempre veritieri: il 95% delle scuole non ha ricevuto ispezioni di controllo

La vicenda, riportata anche da questa testata, in merito ai rapporti di autovalutazione presenti su ScuolainChiaro, ha lanciato l’allarme sui RAV, sulla loro effettiva attendibilità e su un sistema, già approdato prima della 107/2015, che lascia più interrogativi che certezze al momento. Fra le domande più frequenti, c’è quella relativa ai controlli: Vengono verificati tali controlli? Chi lo fa?

A tal proposito, su Il Fatto Quotidiano, si prova a dare una risposta a tale domanda. Prima di tutto, bisogna ricordare che il sistema non è ancora a regime: nel 2016, sono iniziate le visite degli ispettori, che forniscono un punto di vista “esterno” e aiutano le scuole a predisporre delle azioni di miglioramento. A partire dal 2018/2019 (dal prossimo anno, dunque)è prevista la “rendicontazione sociale”, ovvero dei veri e propri bilanci, in cui gli istituti dovranno dare conto di quanto fatto nel corso del triennio, dei traguardi raggiunti o di quelli mancati. Lo scopo è quello di aiutare le scuole e l’amministrazione a comprendere i limiti e migliorare, ma allo stesso tempo, il rapporto dovrà essere un valido strumento per aiutare le famiglie a scegliere le scuole dei propri figli. Peccato, però, che a quanto pare i controlli non vengono effettuati. O quasi.

Niente controlli dei RAV

La legge 107, che ha completato la normativa in merito, ha previsto i nuclei di valutazione esterni per le scuole, ma purtroppo solo il 7% di istituti scelsero di adottare tali nuclei.
Pertanto, senza controlli specifici, il Ministero ha valutato la correttezza e coerenza dal punto di vista formale, senza entrare nel merito del rapporto. Così, nel 2016, iniziarono i giri delle scuole i nuclei di valutazione esterni. Ma la mancanza di risorse ha portato al momento solo 600 controlli su più 11 mila scuole, il 5% per intenderci.

Nessun obbligo di correggere i rapporti

Peraltro, gli ispettori esterni non sono tenuti a correggere i rapporti in caso di errori, ma a produrre dei giudizi presenti in alcuni documenti mai pubblicati. Risultato: il 95% delle scuole ha scritto finora quello che ha voluto e il restante 5% che hanno avuto l’ispezione, hanno mantenuto gli stessi errori, perché gli ispettori non possono intervenire.

Tutti bravi e attenti all’inclusione scolastica

Da qui, ecco la nascita dei dati dell’ultima rilevazione del 2016, che, descrizioni classiste a parte di alcuni licei, ha illustrato una situazione della scuola italiana non proprio veritiera: la maggioranza degli istituti si è auto-promossa in tutti i settori, dai risultati scolastici (67%) alle pratiche di inclusione (73%). Solo sulle prove Invalsi non si è potuto “bluffare”: quelle sono oggettive e dipendono dai risultati dei test.

Fabrizio De Angelis

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