Sono gravi le ipotesi di accuse raccolte nei confronti di una insegnante della scuola d’Infanzia del Ravennate di ispirazione cattolica. Secondo quanto anticipato dalla stampa locale, la donna deve rispondere di maltrattamenti aggravati e sequestro di persona nei confronti di un bambino. Nei cui confronti avrebbe adottato azioni tutt’altro che educative: come quella di mettere del sapone in bocca per lavare le bestemmie, dare degli strattoni, scappellotti e punizioni in uno stanzino. Sulla base questo presunto scenario, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti della maestra.
L’Ansa scrive che il caso è entrato nel vivo davanti al Gup Rossella Materia, che dovrà pronunciarsi al termine del rito abbreviato condizionato chiesto dalla difesa della donna. La diretta interessata, anche davanti al giudice, ha continuato a sostenere la propria innocenza negando di avere mai alzato le mani sul bimbo, sebbene particolarmente problematico perché interessato da un evidente disagio comportamentale.
La scuola ha finora sempre fatto quadrato sul suo operato.
La vicenda, che viene collocata alcuni anni fa, è approdata sui tavoli della Procura più di recente (Pm d’udienza Cristina D’Aniello) quando il bimbo in buona sostanza passando dalla materna alle elementari, ha chiesto alle nuove maestre cosa gli sarebbe capitato nel caso avesse disubbidito. In particolare ha fatto riferimento a eventuale punizioni fisiche con tanto di particolari.
A quel punto, oltre alla magistratura, era stata interessata anche la famiglia, un nucleo composto da ravennati senza particolari problematiche e ora in parte civile, sia personalmente che come rappresentati del figlio, con gli avvocati Paola Brighi e Manuela Liverani del Foro di Ravenna. In un contesto protetto in Questura, il bimbo ha poi ripetuto le punizioni a suo dire subite dalla maestra dell’asilo. In un secondo momento tuttavia in incidente probatorio davanti agli psichiatri non è stato altrettanto esaustivo. Per questo, oltre all’audizione dell’imputata, il rito abbreviato è stato condizionato anche alle deposizioni dei consulenti delle parti che nell’udienza già fissata per metà dicembre riferiranno in merito all’attendibilità del racconto esposto dal bimbo.
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