Realizzerò una scuola più semplice e con i prof al centro, ma non ci sarà una riforma Giannini
Nessuna riforma, ma serve una semplificazione della macchina organizzativa, ingolfata da troppe leggi e da una burocrazia esasperante. Occorre poi far tornare i prof al centro dell’attenzione, premiando chi merita di più, e sostenere quelle zone dove il numero di alunni che lascia i banchi prima del tempo raggiunge livelli preoccupanti. E bisogna avere rispetto per l’opera delle scuole paritarie.
Sono gli obiettivi, esaurita la prima fase di studio a Viale Trastevere, che si pone il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Li ha annunciati rispondendo alle domande di Famiglia Cristiana, in edicola questa settimana.
Il responsabile del Miur ribadisce che l’impegno del Governo Renzi è ridare centralità ai protagonisti del mondo della scuola “che sono gli studenti, ma in particolare gli insegnanti. Perciò, posso assicurare che non mi sento un ministro con una responsabilità accessoria, ma primaria”. Giannini si impegna quindi a “premiare il merito e restituire autorevolezza”, mentre annuncia un progetto “da circa un centinaio di milioni di euro” per interventi “al Sud e anche nelle zone più interne del Paese, lontane dalle città e dalle grandi vie di comunicazione” soprattutto per ridurre la dispersione scolastica. Staremo a vedere come si concretizzerà questo punto, soprattutto come si collocherà all’interno del nuovo contratto di lavoro.
Il ministro spiega al giornale cattolico, tuttavia, che “non ci sarà una riforma Giannini”: c`è bisogno, piuttosto, “di attuare al meglio quello che esiste e di semplificare, perché in questo Ministero c`è una profonda sedimentazione burocratica, legislativa e regolamentare”.
Giannini, poi, conferma la sua presenza all’incontro del mondo della scuola con Papa Francesco il prossimo 10 maggio in Piazza San Pietro a Roma. “Ci sarò perché era da molti anni che in Italia non ci si mobilitava per la scuola, se non per protestare. Inoltre questo Papa, con i suoi gesti e le sue parole, ha la grande capacità di dare speranza e fiducia”.
Il 10 maggio si parlerà molto del rapporto fra scuola pubblica e paritaria. Cosa ne pensa il ministro? “Vanno superate vecchie incrostazioni ideologiche. Si tratta di scegliere con decisione il modello europeo, cioè la libertà di scelta educativa per le famiglie e gli studenti. Serve un modello integrato, dove un bene pubblico, come l`istruzione, può essere gestito da soggetti diversi. E lo Stato deve vigilare che questa gestione dia risultati validi”.