L’utilizzo dei social media diventa sempre più centrale nella realizzazione di azioni criminali e pericolose o per diffondere la cultura dell’illegalità: inoltre, l’uso esagerato del web quasi sempre non comporta alcuna empatia con le vittime. Lo scrive la Polizia Criminale nel Rapporto sui reati commessi dai minorenni in Italia. Ciò che emerge è un quadro preoccupante, fatto di un aumento dei crimini legati alla violenza e un vero boom dei delitti informatici: dalla diffusione di false identità alla pubblicazione e condivisione di foto e video sessualmente espliciti.
Dunque, diventa sempre più fondamentale il ruolo di famiglia, scuola e istituzioni in quello che lo stesso vicecapo della Polizia e direttore della Criminalpol, Raffaele Grassi, definisce “un lavoro di squadra”.
“Forme di desensibilizzazione alla violenza in ragione dell’esposizione continua ad immagini violente nei media o la spettacolarizzazione di comportamenti antisociali attraverso i social – si legge nel rapporto – potrebbero ridurre la consapevolezza del disvalore sociale dei comportamenti violenti”.
Tra gli esempi ‘negativi’ anche quelli di alcuni trapper che – spiega il direttore del Servizio analisi criminale della Polizia, Stefano Delfini – veicolano il messaggio di un successo effimero e immediato raggiunto anche attraverso la commissione di crimini”.
Negli ultimi 13 anni abbiamo assistito ad un incremento di denunce e arresti di oltre il 15%, passando dalle 28.196 del 2010 alle 32.522 del 2022.
Come ci si aspettava, il maggior decremento è stato registrato nell’anno della pandemia, il 2020, per poi rialzarsi negli anni successivi.
Invece, con il passare degli anni sono anche diminuite le segnalazioni di minorenni italiani, a testimonianza di una crescita della desensibilizzazione del fenomeno.
Tuttavia, è seguito un aumento delle segnalazioni di stranieri che nel 2022 – per la prima volta negli ultimi 12 anni – hanno superato numericamente quelle degli italiani (17.032 a fronte dei 15.490).
La maggior parte dei minorenni denunciati o arrestati ha un’età compresa tra i 16 e i 17 anni, mentre i reati maggiormente contestati sono quelli caratterizzati dall’uso di violenza, come furto, rapine, ricettazione ed estorsione (39,47%) e lesioni, percosse, minacce e risse (16,02%).
Si confermano in aumento, poi, anche le gang minorili che spaziano da quelle multietniche a quelle legate alla criminalità organizzata.
Risultano in crescita le segnalazioni di minori denunciati o arrestati per violenza sessuale, con un incremento del 6,59% tra il 2010 ed il 2022. Lo scorso anno sono state 291.
Se le segnalazioni per omicidio volontario fanno registrare un decremento del 10%, quelle per tentato omicidio aumentano di oltre il 32% (dalle 65 nel 2010 alle 86 nel 2022).
Dal 2016 in poi, inoltre, si registra un aumento costante delle segnalazioni per reati informatici: da 30 denunce si è passati alle 286 del 2022.
Le regioni con il maggior numero di denunce o arresti sono quelle del Nord-Ovest, seguite dal Nord-Est e dal Centro. Sono leggermente meno al Sud e quasi la metà nelle isole.
Gli ingressi nei 17 carceri minorili, infine, sono in larga parte dovuti a reati commessi contro il patrimonio, attraverso ordinanze di custodia cautelare e non ad esecuzioni di una pena detentiva.