Secondo quanto si legge nella sentenza n. 38297 del 24 ottobre 2011, la parola utilizzata sarebbe da considerarsi offensiva e suscettibile anche di condanna per ingiuria (ex art. 594 del codice penale) se pronunciata, come nel caso in questione, da una persona adulta nei confronti di un minore, per di più davanti ai suoi coetanei.
Nei giorni scorsi, il CIIS (Coordinamento insegnanti di sostegno) aveva lanciato un appello provocatorio rivolto…
Si è rotto l’ascensore sociale. Quello che per decenni ha consentito a tanti giovani di…
Dopo la decisione della Corte di Cassazione dello scorso mese di giugno e quella di…
Domani, 19 luglio, è prevista la pubblicazione sul portale INPA del bando di concorso relativo alla…
La Direzione Generale per l’innovazione digitale, la semplificazione e la statistica comunica che, come negli…
Un atto di generosità ha ridato lustro a una scuola di Barolo, a Torino. Un…