“Basta parlar male della didattica a distanza! L’educazione, la formazione, si fa con quello che si ha, non con l’ideale ma con il reale. È chiaro che non è ideale. Ma è solo in questo modo – con quello che ci sta accadendo – che diventa possibile il dialogo e la parola“.
Più volte, dall’inizio della pandemia, il noto psicanalista Massimo Recalcati è intervenuto sul tema della didattica a distanza con parole – come quelle appena citate – che non lasciano spazi a dubbi e interpretazioni: la tanto criticata DAD è (tra non molto diremo “è stata”) l’unica, possibile alternativa al nulla formativo, il solo strumento che potesse consentire di non interrompere la relazione tra docenti e alunni. E la scuola se l’è cavata egregiamente, sia a livello di sistema che a livello dei singoli insegnanti che, di punto in bianco, si sono ritrovati catapultati in uno scenario imprevisto e colmo di insidie e incognite.
La scuola e i docenti non si sono arresi
Quella parte di docenti italiani con competenze digitali non proprio sviluppate si è, dunque, trovata a operare in un territorio sconosciuto. Un territorio che necessita di metodologie totalmente diverse da quelle adottate in presenza.
Ma i professori non si sono persi d’animo e hanno fatto quello che hanno potuto, spesso di più.
Certo, di tanto in tanto sono venuti fuori gustosi aneddoti – come quello della ragazza bendata – che naturalmente hanno suscitato l’ilarità di tutti e il fuoco incrociato, nemico e amico, sulla malcapitata professoressa, di certo non a suo agio davanti a un computer. Ma alcuni episodi bizzarri non possono oscurare il lavoro immenso che ogni singolo docente ha sviluppato per essere all’altezza della sfida, per non interrompere il filo del discorso. Non c’è nessun “dove eravamo rimasti?” in quest’anno scolastico, la scuola non si è fermata.
La necessità di un piano di formazione digitale
Ecco perché ci sembra ingeneroso – lo ha registrato il nostro direttore in un suo recente articolo – che una larga parte degli studenti intervistati dall’Università Lumsa abbia espresso un parere negativo circa la capacità dei loro docenti di gestire la didattica a distanza. Occorrerà, semmai, trarre insegnamento da quanto ci è successo: ci aspettiamo che il Miur predisponga, quanto prima, un piano nazionale, capillare, obbligatorio di formazione alla didattica digitale per tutti i docenti. Oggi, infatti, non è più pensabile che un docente sia sprovvisto di queste competenze.