Su La Repubblica, nel dibattito, interviene lo psicoanalista, Massimo Recalcati: “L’educazione alla lettura del libro è la pietra angolare di ogni Scuola. La sua morte clinica, annunciata con gioia da certi cantori della cultura digitale sospinta, trascura che senza questa educazione ogni didattica risulterebbe semplicemente impossibile”.
[…] “L’importazione di lemmi economicistici (debiti, crediti, assessment, ecc.) unita alla colonizzazione della lingua inglese, non sono sintomi marginali ma rivelano la nostra subordinazione ad una “neolingua” che ha smarrito ogni spessore enigmatico. Gli insegnanti dovrebbero difendere il carattere epico della parola. Rifiutarsi di ridurre la sua dimensione allo scambio comunicativo. L’ampiezza del mio linguaggio, come ricordava Wittgenstein, coincide infatti con l’ampiezza dell’orizzonte del mio mondo”.
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