Continua tenere banco la questione relativa alla recita di Natale in una scuola del padovano in cui sarebbero stati eliminati, da poesie e canti, tutti i riferimenti a Gesù, per evitare di offendere bambini e genitori di altre religioni. A parlare è stato il sindaco del paese in questione, come riporta Il Corriere della Sera.
In particolare sarebbe stata sostituita la parola “Gesù” con “Cucù”. Inutile dire che molte mamme hanno protestato, alcune addirittura decidendo di non fare partecipare alla recita i propri figli. “Oggi è nato cucù: esattamente che significato ha?”, si domandava questa mattina una mamma poco prima di entrare alla tanto discussa recita. “Sono d’accordo con le buone intenzioni delle maestre ma magari qualche genitore cattolico si è arrabbiato proprio per quel ‘cucù’, un’espressione giocosa non contestualizzata ma scelta solo perché faceva rima”.
Ecco le parole del primo cittadino: “Mio figlio frequenta la terza elementare e, appena è tornato a casa con il testo della canzoncina dove gli era stato fatto tagliare a penna dalle maestre il nome Gesù per sostituirlo con ‘Cucù’ ho subito contattato la dirigente dell’istituto comprensivo per esprimerle il mio disappunto”.
“La bizzarra decisione, mi ha spiegato, sarebbe stata presa da alcune maestre per non turbare la sensibilità dei bambini di altre religioni presenti nelle classi, tra l’altro una percentuale non elevata, circa il 7%. I bambini, però, ormai avevano imparato la canzoncina così e il danno era stato fatto. In questo modo, infatti, si è turbata la sensibilità delle famiglie cattoliche senza un giustificato motivo dal momento che i genitori dei bambini di origine straniera non avevano manifestato alcun tipo di disagio in merito al tradizionale festeggiamento del Natale. Almeno potevano presentare agli alunni un testo già modificato non fare loro tagliare a penna ‘Gesù’ come fosse qualcosa di sbagliato. È stato davvero tutto un grandissimo errore”, ha concluso.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato così su Facebook: “Non so se ridere o piangere, vergognatevi e chiedete scusa ai bambini!”
I genitori sarebbero sul piede di guerra. “Lunedì scorso, per puro caso, abbiamo scoperto che i testi natalizi da far cantare ai nostri figli sono stati cambiati e modificati – racconta il papà di una bambina che frequenta la scuola -. All’inizio non ci potevo credere, poi quando mia moglie mi ha fatto vedere i fogli con le frasi che inizialmente gli alunni avrebbero dovuto cantare, tagliati su determinate parole, non ci ho visto più. Non è possibile che si debba arrivare a questi livelli, tra l’altro senza che noi genitori veniamo messi al corrente delle idee delle maestre”.
Sulla chat delle mamme sono arrivati moltissimi messaggi. “Come genitori ci siamo chiesti se qualcuno era stato messo al corrente di questa decisione – prosegue il papà -. Ma nessuno sapeva niente. A questo punto abbiamo chiesto ai nostri figli, i quali ci hanno raccontato che effettivamente da qualche giorno le maestre avevano consegnato loro i libretti di musica, sui quali stavano esercitandosi da qualche settimana, con i testi natalizi riveduti e corretti, per evitare di ferire i sentimenti di quei bambini che non partecipano all’ora di religione”.
“Ho immediatamente contattato il sindaco, il quale si era detto molto dispiaciuto nell’apprendere questa notizia e che si sarebbe interessato in prima persona, verificando con la scuola il motivo di questa decisione. Poi non ho più avuto sue notizie. Mi sono anche rivolto al parroco, il quale mi ha detto che sono cose che possono succedere, trincerandosi dietro i soliti luoghi comuni, legati al fatto che noi dobbiamo essere ospitali con gli altri. Non è però questo il discorso. Non è infatti possibile che venga rovinato il recital dei nostri figli solamente per venire incontro a chi non professa la nostra religione. L’unico che ci ha fornito una spiegazione è l’autore di questo saggio, con tanto di testi proposti da lui, prima che le maestre si prendessero la briga di fare dei tagli”, aggiunge.
“Dopo qualche discussione con mia moglie – dice un altro genitore – abbiamo deciso che nostra figlia non prenderà parte a questa recita, sia per una questione di principio sia perché ci hanno tolto le cose in cui crediamo. A casa mia non si può dettare legge. Perché dobbiamo sempre noi a doverci fare da parte?”.
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