Reclutamento dirigenti scolastici: altri segnali pro-riforma
Continuano incessanti da parte degli esponenti della maggioranza le spinte verso l’approvazione del ddl Aprea che, tra le altre cose, prevede un profondo riordino in tema di reclutamento dei presidi. Una delle ultime dichiarazioni in ordine di tempo, verso la volontà a costituire una procedura di assunzione dei dirigenti scolastici più selettiva dell’attuale, è stata espressa dall’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, interpellata sulla polemica che ha preso corpo nei mesi scorsi sull’eccessiva presenza di presidi provenienti da altre regioni: “il vero tema – ha detto Donazzan – è quello di andare al più presto verso la riforma del reclutamento e la valutazione dei docenti e dei dirigenti”. A dare il là alla diatriba politica era stato il capogruppo Commissione Istruzione delle Lega, Mario Pittoni, che ha più volte espresso la volontà di riuscire a trovare il modo per predisporre “un’adeguata percentuale dei posti di dirigente scolastico riservata a residenti nella regione dove si deve prestare servizio”.
L’ennesima proposta leghista-localista sembra però ora venire meno: l’assessore Donazzan ha fatto sapere che da parte di viale Trastevere non vi sarebbe alcun disegno per limitare l’assunzione di dirigenti scolastici solo perché residenti in altre Regioni. Le novità allo studio del ministero dell’Istruzione sarebbero, piuttosto, tutte orientate sul fronte della selezione. “Sto ragionando con il ministro Gelmini – ha spiegato sempre Donazzan – perché vi sia in futuro una valutazione più severa da parte delle commissioni valutatrici dei concorsi per i dirigenti”.
La sortita dell’assessore veneto sembra confermare a volontà espressa alcune settimane fa dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, il quale rispondendo a tono alle proteste dei presidi della Flc-Cgil e dell’Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) per i sensibili tagli di budget alle spese per il “funzionamento” scolastico aveva espressamente detto: “Chi non sa dirigere cambi mestiere”. Secondo Gelmini nelle scuole italiane vi sarebbe “un numero circoscritto ma esistente di dirigenti che fanno politica, che creano inutilmente allarmismi che si riflettono nelle famiglie e nei genitori”. A proposito della scarsa preparazione di base di questi dirigenti, lo stesso ministro ha poi sottolineato: “Ci sono realtà in cui non mancano moltissimi progetti, ma le risorse per la carta o il toner delle stampanti. Occorre saper scegliere delle priorità – ha sottolineato Gelmini – e fare i dirigenti significa avere questa sensibilità e questa abitudine”. Valori importanti che non si possono improvvisare. Ecco perché la formazione e la selezione diventano fondamentali. Anche perché nello stesso progetto di legge Aprea per i dirigenti si profilano ulteriori responsabilità: tra cui quella di nominare i docenti. E senza una preparazione adeguata, anche da un punto di vista etico, le conseguenze sono immaginabili.