Concorsi

Reclutamento docenti. Barbacci (Cisl) propone il corso-concorso. Stop alle crocette, un fallimento

“Le crocette non vanno bene per nessun tipo di selezione, tanto meno per insegnare”. Così Ivana Barbacci, neo eletta segretaria Cisl scuola, nel corso della diretta di Tecnica risponde Live. E parla dell’attuale formula di esame scritto a risposta multipla del concorso ordinario come di un fallimento. “Non si selezionano così le persone per una professione così complessa. Noi abbiamo sempre stigmatizzato le crocette, purtroppo il legislatore, attraverso un concorso lampo, voleva dimostrare che si sarebbero selezionati i migliori. Ma una professione tanto delicata richiede una selezione adeguata. Peraltro parliamo di colleghi laureati”. Dunque l’enfasi andrebbe posta, secondo la segretaria Cisl, non sulle conoscenze ma sulle capacità del futuro docente di insegnare.

Quale formula di reclutamento docenti sarebbe la più adeguata per Ivana Barbacci?

“Servono dei corsi-concorsi – dichiara – percorsi formativi abilitanti che permettano di misurare le proprie conoscenze in una dinamica pedagogico-didattica. Abbiamo necessità di indirizzare le persone con una laurea generalista o specialistica verso l’insegnamento accompagnandoli a imparare a insegnare, e questo non si può fare con un test a crocette”.

Chi dovrebbe potere accedere al corso-concorso?

“Il modello del corso-concorso deve essere rivolto a tutto il personale – chiarisce Ivana Barbacci – cioè a tutti coloro che vogliano insegnare. Ma dobbiamo rivedere tutto il sistema del reclutamento in modo organico – avverte – non possiamo mettere delle toppe a una situazione critica che si è stratificata nel tempo e che oggi è esplosa al punto che abbiamo dei posti disponibili che non possiamo occupare perché non abbiamo personale adeguatamente selezionato”.

“Ma non dobbiamo essere travolti dalla fretta, dobbiamo immaginare una forma di reclutamento seria”. Quindi spiega: “Finisco il percorso di laurea e decido di volere insegnare? In questo caso devo potere essere nelle condizioni di frequentare un corso abilitante, che poi mi darà la garanzia di potere andare a fare il supplente con una abilitazione in mano”.

“Per entrare in ruolo, poi – conclude – varrà anche l’anzianità di servizio come supplente. Più incarichi assumo e più dovrò potere vantare un credito professionale rispetto a chi non ha mai svolto servizio”.

Carla Virzì

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