“Da addetta ai lavori credo fortemente nel valore del concorso ordinario, un concorso che veramente riesca valutare il livello di preparazione di una persona cui affidare poi la formazione dei nostri cittadini.” Così Cristina Costarelli, vice presidente Anp Lazio, intervenuta sul tema del concorso scuola in occasione della diretta di Tecnica della Scuola Live del 20 aprile.
E aggiunge: “Dal reclutamento delle persone adeguate e realmente formate dipende il futuro del nostro Paese. Senza niente togliere al precariato. Ma non si possono scavalcare delle forme costituzionalmente garantite. La forma del reclutamento deve essere il concorso ordinario e magari che includa anche una valutazione attitudinale“.
In questo scenario, mentre il Paese discute per l’ennesima volta di reclutamento docenti, tra paladini del concorso per prove e sostenitori della selezione per titoli, La Tecnica della Scuola torna ad interrogare i propri lettori.
Questa è la domanda che poniamo ai nostri lettori: alla luce dell’alto numero di posti vacanti e considerando pure l’emergenza Covid-19, i nuovi docenti vanno assunti in ruolo tramite concorso ordinario tradizionale per titoli ed esami; oppure vanno reclutati tramite selezione per soli titoli e servizi?
Anche Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl scuola ha espresso la propria posizione, assumendo un punto di vista di conciliazione tra interessi diversi. Ecco cosa ha dichiarato al vice direttore Reginaldo Palermo: “Non abbiamo interesse ad alimentare uno scontro fra i giovani che ambiscono a entrare nella scuola e che hanno presentato domanda; e tanti che hanno maturato un’anzianità e un’esperienza che invece vorremmo fosse valorizzata”.
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