Vito Carlo Castellana è il nuovo coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. L’elezione è avvenuta qualche giorno fa durante l’assemblea annuale del sindacato. Nel corso della diretta della Tecnica della Scuola dedicata alla Giornata mondiale del docente, Castellana ha parlato del sistema di reclutamento e di tanto altro:
Nuovo reclutamento? “Penso che in una fase transitoria si possa avviare il doppio reclutamento e tenere presente che ci sono idonei del concorso 2020 e poi c’è il concorso PNRR 2023 dove il paradosso è che ora andiamo a fare un nuovo concorso, tra qualche mese, a cui parteciperanno i docenti che hanno partecipato al vecchio concorso. Non sarebbe stato più logico fare un’unica graduatoria e si risolveva il problema, anche con minori costi. Ora in questa fase tener conto di questi concorsi che ci sono, più gli specializzati o gli abilitati che ci sono in prima fascia e andare avanti finché poi si inizia ad avere un regime serio, stabile, preciso, che potrebbe essere quello dei concorsi o continuare con il sistema del doppio reclutamento ma che porti comunque a una scuola di qualità“.
“Io poi lancio un’idea, non deve essere solo delegato alle università il reclutamento dei nuovi insegnanti. Una delle esperienze positive che ho vissuto sulla mia pelle quando ho frequentato la Sis era proprio quella del tirocinio, coinvolgere anche le istituzioni scolastiche, perché chi sta a scuola sa come si insegna e può aiutare i giovani colleghi”.
“Io non ricordo un anno più caotico di questo, forse solo il 2020 è stato l’anno con l’avvio più caotico di questo però per ovvi motivi il 2020, perché le procedure sono partite tutte in ritardo. È chiaro che nel momento in cui tu hai riaperto le graduatorie GPS e poi hai fatto fare la scelta delle preferenze ai colleghi quando ancora non erano state pubblicate le graduatorie nelle province, anche questo va a rendere più difficoltoso il reclutamento. Ma non sarebbe molto più semplice anticipare tutto di un po’, non dico tanto, di un mese, così anche quando vado a scegliere le 150 preferenze io ho consapevolezza delle disponibilità, perché qui è una questione di trasparenza, i colleghi scelgono alla cieca. Io so che non si ritornerà più alla scelta in presenza perché in certe situazioni e in certe province è improponibile, ma se proprio dobbiamo continuare con questo sistema dell’algoritmo, perlomeno che i colleghi conoscano le disponibilità, perché sennò è chiaro che poi chi è specializzato e magari alto anche in punteggio, semplicemente perché non conosceva le disponibilità, si trova a casa oggi, questa cosa è inaccettabile onestamente”.
“Sul precariato perché anche la progressione di carriera, perché non riconoscere l’anzianità di servizio ai colleghi non di ruolo? Perché tenerli sempre a scatto base? Carta docente, ormai le sentenze sono infinite io fino all’altro ieri ero coordinatore della provincia di Bari, noi abbiamo fatto oltre 400 ricorsi e ne abbiamo già avuti 50-60 di esiti tutti positivi con condanna alle spese anche dell’amministrazione. Ma qui la politica si deve rendere conto che, paradossalmente vuole risparmiare da un lato e poi spende di più, e allora investiamo nella scuola che è precaria e anziana. Perché è anziana? Perché nel momento in cui io devo stare 15 anni precario entro di ruolo da anziano, è questa la situazione. Quindi la scuola in Italia necessita prima di tutto rispetto da parte della politica, da parte delle istituzioni, solo così quando si considererà al centro di questo Stato, la scuola come un’istituzione che forma i cittadini e che costruisce il futuro di questa nazione, forse si risolve anche il problema del precariato perché il problema del precariato nasce dalla non considerazione della scuola pubblica statale”.
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