La bozza di riforma voluta dal Ministro Bianchi, volta a modificare il decreto 59 del 2017, ampiamente contestata dai sindacati e non solo, introduce delle novità sulla modalità di reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado e sul loro sviluppo di carriera.
Il reclutamento, prevede un percorso universitario di formazione iniziale al termine del quale l’aspirante docente acquisisce l’abilitazione per l’accesso ai ruoli su posto comune, ciò secondo quanto si legge nella bozza, dovrebbe consentire agli aspiranti docenti di costruire la scuola dell’inclusione e dell’eguaglianza
Il percorso universitario dovrebbe promuovere nei docenti:
Al termine del percorso universitario è prevista una prova comprendente una lezione simulata, superata la quale il candidato può partecipare al concorso pubblico nazionale indetto su base regionale e se risulta vincitore dovrà superare l’anno di prova con valutazione conclusiva.
Lo sviluppo di carriera non sarà più legato all’anzianità di servizio, ma a una formazione continua che prevede uno scatto ogni 4 anni dopo aver superato delle verifiche e un colloquio davanti al comitato di valutazione integrato da un ispettore tecnico o un dirigente di altra scuola.
La formazione continua per i docenti di ruolo prevede alcuni passaggi che vanno dall’individuazione degli argomenti su cui organizzare la formazione fino alla verifica finale degli apprendimenti e delle competenze dei docenti.
Per la realizzazione della formazione in servizio è prevista una scuola di alta formazione dell’istruzione che in raccordo con le singole scuole indirizza: lo sviluppo delle attività formative del personale scolastico e indica e aggiorna le esigenze della formazione iniziale degli insegnanti.
Nell’ambito di ogni istituzione scolastica gli organi collegiali dovrebbero individuare delle figure con il compito di cogliere i bisogni d’innovazione previsti nel (PTOF) Piano triennale dell’offerta formativa, nel (RAV) Rapporto di autovalutazione e nel (PDM) Piano di miglioramento dell’offerta formativa. Le suddette figure assumerebbero la responsabilità delle attività di progettazione e sperimentazione delle nuove modalità didattiche.
Individuati i bisogni innovativi, verrebbe attivato un sistema di aggiornamento e formazione permanente per i docenti articolato in percorsi di durata almeno quadriennale con l’obiettivo di consolidare: le metodologie didattiche innovative, le competenze linguistiche e digitali,
Alla fine del percorso formativo sono previsti delle verifiche intermedie annuali, svolte sulla base di una relazione presentata dal docente sull’insieme delle attività realizzate nel corso del periodo oggetto di valutazione e una verifica finale nella quale il docente deve dimostrare di avere raggiunto la necessaria idoneità che gli consente il passaggio al percorso successivo.
Il compito di verificare i risultati dei percorsi formativi, come detto in precedenza, sarà del comitato di valutazione integrato da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico di un altro istituto scolastico.
I suddetti percorsi dovranno rafforzare sia le conoscenze sia le competenze applicative, anche in attività di progettazione, mentoring, coaching e di sperimentazione di nuove modalità didattiche da svolgere settimanalmente in ore aggiuntive rispetto a quelle di didattica in aula previste, senza esonero dal servizio. Le ore dedicate alla formazione, se non rientrano nelle ore funzionali , possono essere retribuite con il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, prevedendo compensi in misura forfettaria.
La partecipazione alle attività formative sarà valutabile ai fini della formulazione della graduatoria interna d’istituto, dei trasferimenti a domanda e d’ufficio e della mobilità professionale.
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