Intervenuto nel corso della diretta della Tecnica della Scuola sull’avvio della scuola e sui problemi che ancora attanagliano docenti, dirigenti, personale scolastico e studenti, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli ha parlato del sistema di reclutamento dei docenti e non solo:
“Se una cosa non funziona, vuol dire che non funziona e si cambia. Ma non è che non funziona da un anno o da 2 anni o da 3 anni, non è un problema del ministro Valditara o del ministro Bianchi prima di lui o della ministra Azzolina prima ancora, è un problema degli ultimi 50 anni“.
“Allora in Italia il sistema dei concorsi non funziona, punto. Quanti altri mezzi secoli vogliamo attendere prima di essere tutti d’accordo e di vedere di cambiare questa situazione, perché i numeri quali sono? Ricordo molto rapidamente, abbiamo circa 800.000 posti di insegnamento, abbiamo circa 200.000 posti tra collaboratori scolastici ex bidelli, segretari delle segreterie, direttori delle segreterie, assistenti tecnici, quindi circa 1 milione di dipendenti ogni anno vanno in pensione, 30-40mila unità, è normale. Allora, o riusciamo a fare un concorso da 304.000 unità tra docenti non docenti all’anno, espleto, è tutto a posto, oppure è chiaro che rimaniamo indietro e infatti si fanno numeri apocalittici, ora dire che su 800.000 posti di insegnamento, se va bene soltanto 150.000 mancano e se va male sono 250.000, a me sembra una cosa abbastanza grave, cioè la media è 200.000, cioè un docente su quattro è precario. Io non ho nulla contro i precari, sia ben chiaro, però il punto qual è, che non si scelgono le persone sulla base delle loro competenze, è un po’ come farsi operare da qualcuno che si è laureato, ha letto sul manuale come si fanno le operazioni e poi prova su di me se le cose funzionano, noi affidiamo i nostri figli a persone così in buona parte, non si può continuare così”.
“E poi poiché il precariato giustamente deve trovare una soluzione, io sono assolutamente d’accordo perché ho il massimo rispetto per chi è precario dopo 3 anni, sappiamo bene che vanno stabilizzati, allora nascono le sanatorie, perché quando il numero dei precari diventa troppo alto ovviamente si cerca di stabilizzarlo immettendone per esempio un centinaio di migliaia, ricordo che la stessa legge sulla buona scuola da tanti vituperata, ha provveduto a mettere in ruolo numeri di questo tipo”.
Assunzione diretta come in Europa
“Questo sistema non funziona, dobbiamo avere la forza e la responsabilità di affermarlo, anche perché non si capisce con un concorso chi è il responsabile dell’assunzione, noi dobbiamo porci il problema di poter chiedere conto a chi ha assunto le persone del fatto che queste persone non vadano bene non siano adatte cosa che può accadere, in questo momento nessuno ne risponde e quindi ci troviamo con docenti e si dice “beh vabbè ma ha vinto il concorso che dobbiamo fare” e mi permetto di dire questo vale anche per i dirigenti, non faccio eccezioni e non faccio sconti, abbiamo in queste ore contezza di un’ennesima sospensiva di un ennesimo problema sulla procedura di assunzione dei vincitori del riservato, questo secondo me dimostra che i concorsi sono arrivati proprio alla frutta e aggiungo si fa così in tutta Europa, ora la Francia è un’importante eccezione e lo dico ma la Francia è molto efficiente nell’assunzione, noi non lo siamo però se prendiamo Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio, Finlandia, Paesi dell’Est eccetera fanno tutti l’assunzione diretta“.
“E quando dico assunzione diretta voglio essere chiaro, non sto parlando dell’assunzione diretta da parte del preside, abbiamo un organo collegiale che si chiama comitato di valutazione che ha un ruolo importante nell’assunzione del personale dei docenti, sicuramente infatti quando si procede con la conferma in ruolo di chi ha vinto il concorso, il comitato deve dare un suo parere. Ora perché lo deve poter dare soltanto a giugno e non lo può dare 10 mesi prima al momento dell’assunzione in modo che il dirigente scolastico si regola su quello che dicono i docenti? Non riesco veramente a capire questo pregiudizio verso i dirigenti che sarebbero tutti corrotti, tutti despoti. Ma se uno mette in cattedra un incapace se ne accorgono subito tutti, al terzo incapace licenziamo il preside, ma qual è il problema?”