La segretaria generale della Cisl Scuola, Lena Gissi, interviene in merito al reclutamento dei docenti, commentando negativamente le misure poste dalla legge di bilancio, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno.
“Il sistema del reclutamento dei docenti – scrive Gissi – è stato ripetutamente oggetto di interventi di legislatura che in nessun caso hanno centrato l’obiettivo di definire un sistema efficace e stabile nel tempo. La questione si sta trascinando e si fa ogni giorno più urgente, i provvedimenti in cantiere non ci soddisfano, più il tempo passa più si fa concreta l’ipotesi che il primo di settembre del 2019 non si sappia chi mettere in cattedra”.
Il segretario Cisl Scuola parte dai dati delle ultime immissioni in ruolo, che “mostrano un situazione oltremodo preoccupante: delle 57.000 assunzioni in ruolo autorizzate, se ne sono fatte meno della metà, ben 32.217 sono le cattedre rimaste senza titolare. Dati ancora peggiori, come dalla CISL Scuola più volte evidenziato, anche attraverso uno specifico dossier, quelli per l’insegnamento agli alunni disabili”.
Gissi parla di misure inadeguate nella legge di bilancio, specie per quanto riguarda la soluzione che si prospetta per i precari con 36 mesi di servizio, che definisce “esigua la riserva del 10%, iniqua la scelta di non prevedere procedure appositamente dedicate”.
Per Gissi l’errore che non dovrebbe assolutamente ripetersi è quello di “pensare che la programmazione del fabbisogno di docenti possa avvenire con riferimento ai soli posti vacanti e disponibili, quando quel fabbisogno va calcolato su un perimetro più ampio, che comprenda anche le supplenze fino al 30 giugno (quasi l’80% di quelle conferite), nonché quelle brevi e saltuarie che spesso finiscono con avere una durata fino al termine delle lezioni. È noto a tutti come la “supplentite”, che la legge 107/2015 avrebbe dovuto debellare, resti una malattia con cui la scuola continua a fare i conti. 120.000 supplenze all’anno dimostrano che si è trattato di un’ipotesi clamorosamente smentita dai fatti”.
Inoltre, il segretario della Cisl Scuola ritiene “che uno specifico canale di reclutamento finalizzato a dare stabilità al lavoro dopo ripetuti anni di servizio a tempo determinato potrebbe utilmente affiancare, senza alcuna inconciliabilità, le procedure concorsuali ordinarie, prevedendo per lo stesso specifiche regole e strumenti normativi, anche in ossequio alla Direttiva europea 1999/70/CE. Aver abrogato il comma 131 della succitata legge 107/15 è stata un’azione di giustizia fortemente attesa di cui abbiamo riconosciuto il merito al Ministro Bussetti. Ora è necessario concludere il cammino intrapreso con strumenti che consentano la stabilizzazione del lavoro a termine”.
In conclusione, l’appello di Lena Gissi è quello di aprire un tavolo di confronto sul reclutamento per definire soluzioni che sappiano coniugare l’esigenza di soddisfare le legittime aspettative del personale precario con quella di assicurare alle classi insegnanti che possano garantire la qualità dell’insegnamento e la continuità didattica”.
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