Reclutamento docenti, la Lombardia vuol far da sè

La riforma del Titolo V della Costituzione, già nell’ormai lontano 2001, chiariva, nell’ambito dell’autonomia scolastica, le competenze dei diversi enti preposti all’esplicarsi di attività di formazione e istruzione. In particolare, checché se ne pensi, malgrado la tanto sbandierata autonomia, del persistente accentramento dei poteri in mano allo Stato, il titolo V della Costituzione riguardava anche il reclutamento dei docenti, che era ed è rimasto negli anni esclusiva prerogativa del potere centrale.
O almeno tenta di rimanere. Perché, a quanto pare, la Lombardia si sta muovendo in questi giorni in direzione diversa. Il progetto di legge della Regione sullo sviluppo, infatti, all’articolo 5 recita così: (Modifica della l.r. 19/2007 – Reclutamento del personale docente da parte delle istituzioni scolastiche) 1. Alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia) è apportata la seguente modifica:a) dopo il comma 2 dell’articolo 3 sono aggiunti i seguenti commi:  “2 bis A partiredall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali.2 ter E’ ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico.2 quater Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale”.

Con una
nota esplicativa a margine, subito dopo, viene spiegato che la proposta consente alle scuole statali di reclutare il personale docente con un concorso di istituto che realizza l’incrocio diretto fra domanda e offerta e che si tratta di una forma di valorizzazione dell’autonomia scolastica legata al progetto didattico di ciascun istituto. 
Il fatto non è sfuggito alla Flc Cgil Lombardia, che è immediatamente intervenuta con preoccupazione crescente: “La presentazione della legge regionale “Per la crescita lo sviluppo e l’occupazione” dello scorso 27 gennaio da parte di Formigoni segna in modo inequivocabile uno strappo nei confronti dell’unità del Paese!”
E’ Formigoni, dunque, il bersaglio polemico perchè “proprio su uno dei capisaldi costituzionali, quello del Sistema nazionale dell’istruzione, Formigoni intende consumare un pesantissimo e inaccettabile strappo istituzionale.”
La proposta che, a partire dall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali appare, dunque, inaccettabile.
Per questo, la Flc Cgil chiede di stralciare la norma dal progetto di legge della regioneLombardia e chiama a raccolta “tutte le organizzazioni sindacali e di categoria di rifiutare la proposta e adoperarsi per iniziative comuni di contrasto“.
Il fatto, comunque, rimette sul tappeto una tanto “vexata quaestio”, strettamente legata al principio dell’autonomia scolastica: quella del possibile reclutamento diretto dei docenti da parte delle scuole.

Che cosa osta a tutto ciò? Apparentemente nulla. Ma molte sono le resistenze soprattutto da parte dei sindacati. La ragione esplicita è che inevitabilmente si arriverebbe ad avere scuole confessionali, scuole (soprattutto per le superiori) con certe tendenze di carattere politico-culturale. La qualità della scuola pubblica è nell’essere pluralista, e il reclutamento svincolato dalla singola scuola lo garantisce di più.

Peraltro, l’orientamento del Governo, anche in barba al presidente Formigoni, sembra essere ben diverso. Sta per ripartire la macchina dei concorsi.

E’ possibile visionare l’art. 5 della suddetta proposta di legge regionale (Reclutamento del personale docente da parte delle istituzioni scolastiche) nonché l’art. 4, che riguarda i raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e quelli di istruzione e formazione professionale, negli allegati della colonna “Approfondimenti”.   

Silvana La Porta

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