Sul Piano nazionale di rilancio e resilienza illustrato dal ministro Bianchi il 16 marzo al Senato parlando alle Commissioni Cultura del Parlamento stanno già emergendo i primi dissensi, come è inevitabile, in considerazione della variegata composizione della maggioranza di Governo.
Intervenendo nel corso del dibattito, il senatore della Lega Mario Pittoni ha aperto subito con una affermazione molto netta: “Il testo che è stato sottoposto alla nostra attenzione, anche nell’ultima versione dell’11 marzo scorso, mostra un grave vulnus: non si parla di stabilizzazione dei docenti precari”.
Pittoni, infatti, fa osservare che se anche fa riferimento alla “riforma dell’assunzione degli insegnanti e alla necessità di garantire la professionalità richiesta al personale scolastico per il tramite di un ulteriore anno di formazione” non si prevede però “una riforma capace di superare quello che attualmente è il principale problema della scuola italiana”.
“Il PNRR – aggiunge Pittoni – è l’occasione ultima per normare un percorso specifico per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale, un corso di specializzazione per l’insegnamento di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado dedicato specificamente a coloro che sono in servizio a qualunque titolo e legittimamente, su posti di sostegno della scuola primaria, secondaria e dell’infanzia, senza essere in possesso del titolo di specializzazione, un percorso accademico ordinario per conseguire l’abilitazione, strumento indispensabile per l’insegnamento previsto dalla normativa comunitaria oltre che da quella nazionale”.
Ovviamente Pittoni si augura che il Ministro si decida a sostenere concretamente la sua proposta di legge “Semplificazione della formazione e del reclutamento dei docenti” depositata in Senato nell’agosto scorso ma non ancora calendarizzata.
Il senatore della Lega ha colto anche l’occasione per segnalare la necessità che alcune misure previste dal Piano, come per esempio quelle relative agli interventi di edilizia scolastica, vengano estese anche alle scuole paritarie.
Peraltro va detto che, all’interno della maggioranza di Governo, le posizioni sulla questione del precariato non sono propriamente identiche, tutt’altro.
E’ noto, per esempio, che il M5S vorrebbe passare attraverso procedure concorsuali “tradizionali” evitando il più possibile meccanismi che possano in qualche misura essere assimilati a “sanatorie” più o meno generalizzate.
Ma su questo il Governo dovrà fare i conti anche con le organizzazioni sindacali che in questi mesi hanno mostrato di apprezzare non poco le proposte della Lega.
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