“Ufficio complicazione affari semplici”. Bolla così il senatore della Lega Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione del Carroccio e vicepresidente della commissione Cultura al Senato, il DL 36 che introduce nuovi criteri per abilitazione e assunzione docenti. In una video- intervista ci spiega perché.
Il percorso si allunga di almeno un anno. Altro che semplificazione! I nostri cicli scolastici già penalizzano i nostri studenti rispetto a quelli degli altri Paesi europei, finiscono infatti un anno dopo. Per quanto riguarda l’insieme della riforma, è stato un errore non coinvolgere le forze sindacali e i partiti. Il testo non sembra neanche scritto al Ministero, ma calato dall’alto da qualcuno che si occupa molto poco di scuola. Avevo presentato una proposta di riforma che portava a soluzione 16 diverse situazioni senza pestarsi i piedi a vicenda, ma credo non sia stata nemmeno letta.
Mi sembra un’entrata a gamba tesa affrontare in Parlamento la parte che dovrebbe rientrare nella contrattazione con i sindacati. In un Paese normale, dopo aver “sfruttato” una certa categoria con il precariato, poi lo stabilizzi per non disperdere il bagaglio di esperienza acquisito. In Italia sembra che l’obiettivo vero sia rimandarli a casa.
Siamo stati costretti a presentare un emendamento, approvato per il concorso primaria-infanzia ma non ancora per la secondaria, per riavere la graduatoria di merito degli idonei così da coprire eventuali rinunce. Qualcuno pensa che tra un po’ non servirà più perché i concorsi avranno cadenza annuale, quando nella realtà si fatica a chiuderli anche in due anni.
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