Il ministro Patrizio Bianchi si è dato un obiettivo: approvare entro fine giugno la riforma del reclutamento dei docenti.
Fallire in questo obiettivo potrebbe avere conseguenze di non poco conto perché questa è una riforma che per l’Unione europea è la condizione necessaria per erogare all’Italia i fondi del PNRR.
Ma rispettare la scadenza è difficile, forse quasi impossibile.
Varare una legge ordinaria è fuori discussione: in due mesi non ci sarebbero i tempi tecnici. E allora l’alternativa è quella di un decreto legge che dovrebbe essere approvato dal Governo entro la fine di aprile e convertito in legge dal Parlamento entro fine giugno.
Gli ostacoli, però, sono tanti e ne abbiamo già scritto diffusamente.
Tuttavia secondo le informazioni che abbiamo raccolto nelle ultime ore è probabile che il Consiglio dei Ministri approvi il decreto nella seduta prevista per il 21 aprile.
Per la verità alle forze politiche non piace un provvedimento che, di fatto, limita il dibattito parlamentare mentre i sindacati lamentano la mancata consultazione delle parti sociali.
Nelle ultime ore, ad allargare il fronte della protesta, ci ha pensato la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) che, in un proprio comunicato, mette in guardia da una riforma che rischia di minare nei suoi fondamenti l’inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità.
Il Presidente della Federazione Vincenzo Falabella protesta perché il Ministero sta procedendo senza neppure convocare l’Osservatorio sull’inclusione scolastica, cioè l’organismo dove sono presenti le principali associazioni e federazioni nazionali di persone con disabilità.
Entrando nel merito della proposta la Fish osserva: “Dopo aver letto la bozza del decreto legge siamo sorpresi dal fatto che si riservino solo 30 crediti formativi come preparazione obbligatoria per tutti gli attuali docenti, (e non 60) e, senza prevedere alcun accenno a quanto richiesto, dalla FISH, invece, nella proposta di legge che abbiamo presentato alla fine dello scorso anno”.
“In tal modo – conclude la Fish – si sta violando totalmente la Convenzione ONU che impone alle pubbliche Autorità l’obbligo di sentire le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità prima dell’emanazione di atti che le riguardino. Continuando a perpetuare lo strumento della delega ai docenti di sostegno del progetto di inclusione scolastica, si sta tradendo alla radice i cinquant’anni di storia dell’inclusione scolastica italiana di cui tanto ci gloriamo”.
Ad ogni modo sembra che il presidente Draghi in persona stia sottolineando la necessità di procedere in fretta ed è quindi possibile che davvero nella giornata di giovedì il decreto inizi il suo iter.
Resta però da capire quale sarà il testo che uscirà dalla riunione del Governo: per riuscire a mettere d’accordo tutti il ministro Bianchi dovrà modificare (e non poco) il testo della bozza che sta circolando. Con ogni probabilità, per esempio, la parte relativa alla carriera dei docenti e alla previsione di legare lo stipendio alla formazione in servizio potrebbe essere cancellata e rinviata ad un provvedimento da approvarsi separatamente.
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