Il DPCM previsto dal decreto 36 del 2022 convertito in legge 79 del 2022, doveva essere emanato entro il 31 luglio del 2022, ma tra la crisi di governo e l’insediamento del nuovo, avvenuta a ottobre, ancora oggi dopo più di 9 mesi non si sa quando sarà emanato.
Il DPCM previsto dovrebbe definire non solo i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, ma anche:
• le linee guida per il riconoscimento degli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici;
• gli standard professionali che devono essere possedute dal docente abilitato;
• le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e la lezione simulata;
• gli standard necessari ad assicurare una valutazione omogenea dei partecipanti;
• la composizione della relativa commissione giudicatrice;
• i criteri di selezione dei docenti che aspirano alla funzione di tutor;
• i costi massimi a carico dei partecipanti sia d’iscrizione sia dei percorsi universitari sia di svolgimento delle prove finali.
Il percorso di formazione iniziale nel modificare il decreto 59 del 2017, ha previsto l’introduzione di un percorso universitario e accademico, di formazione iniziale e abilitazione per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado e per gli insegnanti tecnico-pratici volto a promuovere l’acquisizione di 60 crediti formativi universitari o accademici, CFU/CFA, sui seguenti ambiti: pedagogico, psicopedagogico, didattico, delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento.
Al termine del percorso universitario gli aspiranti, acquisiti i 60 cfu e superata la prova finale, conseguono l’abilitazione con la possibilità di partecipare a un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale in relazione al numero dei posti, i vincitori dovranno affrontare un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva al fine di ricevere la conferma in ruolo.
Il legislatore, quasi prevedendo lunghi tempi per l’attuazione della riforma indicava come data transitoria la fine del 2024 consentendo la partecipazione al concorso ai candidati in possesso oltre della laurea magistrale dei 24 crediti conseguiti entro il mese di ottobre del 2022 e la possibilità di conseguire il resto dei crediti durante la l’anno di formazione e prova. Gli aspiranti che non hanno conseguito i 24 crediti entro il 31 ottobre del 2022 oltre alla laurea magistrale dovranno essere in possesso di 30 CFU per completare il percorso e conseguire l’abilitazione durante il primo anno con contratto a tempo determinato.
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