Che fra Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Scuola della Lega e vicepresidente della commissione Cultura al Senato, e il Movimento 5 Stelle non corra buon sangue è ormai noto.
Ma, con il comunicato di queste ore, il senatore della Lega lancia una vera e propria sfida agli alleati di Governo usando toni non propriamente accomodanti.
“L’atteggiamento irresponsabile del Movimento 5 stelle volto a negare la gravità della situazione in cui si trova la scuola – afferma testualmente Pittoni – può costare caro e rischia di ritardare l’attuazione di soluzioni utili. Per il reclutamento dei docenti abbiamo individuato sedici diverse situazioni e proposto caso per caso come uscirne”.
Il contrasto, insomma, non è di carattere personale, ma ha motivazioni politiche ben precise ed è legato proprio al tema delle misure da assumere per affrontare la questione del precariato.
Secondo Mario Pittoni è del tutto “urgente intervenire sulle criticità legate a vincolo quinquennale, concorso riservato di religione, concorso riservato a dirigente scolastico (per superare il contenzioso) e concorso riservato Dsga facenti funzione per non disperdere le loro competenze”.
Su tutto questo c’è chi – all’interno della maggioranza – chiede che il Governo adotti al più presto un decreto legge per affrontare la situazione.
Ma questa ipotesi ha un punto di debolezza: se il M5S – come traspare dal comunicato del senatore leghista – nega l’emergenza diventa difficile convincere il presidente Draghi (e ancora più il presidente della Repubblica) che per dare avvio all’anno scolastico in modo regolare sia necessario un provvedimento dettato dalla necessità e dall’urgenza come prevede la Costituzione quando parla dei decreti legge.
La sensazione è che su alcuni temi assolutamente cruciali riguardanti la scuola il Governo sia in situazione di stallo; la conferma arriva anche dal fatto che del cosiddetto “Patto per la scuola” che una settimana fa sembrava ormai in dirittura d’arrivo (nella giornata di giovedì erano circolate persino delle bozze che veniva date per sicure e quasi definitive) non si parla più.
Così come si stanno allontanando anche i tempi per un adeguamento delle risorse destinate al rinnovo del contratto nazionale del personale della scuola.
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