Attualità

Reclutamento, gli idonei ai concorsi ordinari 2020 chiedono graduatorie ad esaurimento: “Il merito non ha scadenza”

Sono moltissimi i docenti risultati idonei al Concorso Ordinario infanzia e primaria (D.D. 498/2020) e secondaria (D.D. 499/2020), circa migliaia, che di recente stanno cercando di portare all’attenzione la loro condizione. Questi, molti dei quali ci hanno inviato numerose lettere sul tema, chiedono la trasformazione delle graduatorie di merito in graduatorie a esaurimento o la loro proroga di un anno, come già accaduto per gli idonei di concorsi precedenti.

I docenti idonei non vincitori chiedono agli organi competenti un intervento celere affinché sia riconosciuto il diritto di assunzione a tempo indeterminato di tutti gli Idonei del Concorso docenti Ordinario infanzia/primaria D.D. 498/2020 e secondaria D.D. 499/2020 attraverso una graduatoria ad esaurimento e senza limite di validità, che, tramite scorrimento, garantisca il ruolo a tutti gli idonei.

Chiedono inoltre che non vengano banditi concorsi per quelle classi di concorso le cui preesistenti graduatorie di merito non siano già esaurite.

Evitare di creare un ulteriore serbatoio di precari

Alcuni sindacati sono al fianco di questi docenti, che lamentano la scarsa attenzione e considerazione da parte delle forze politiche sul tema, primo fra tutti il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, da cui si sentono ignorati. Secondo gli idonei la trasformazione delle graduatorie di merito in esaurimento contribuirebbe nel concreto a combattere il precariato.

Le graduatorie di merito, stilate al termine delle procedure concorsuali, hanno al momento validità biennale a decorrere dall’anno scolastico successivo a quello di approvazione delle stesse, perdendo efficacia con la pubblicazione delle graduatorie del concorso successivo e comunque alla scadenza del predetto biennio (art. 7/1 del D.lgs. 59/17). “Il merito non può avere scadenza”, questo il loro slogan.

Creare delle graduatorie che dopo due anni sono dichiarate nulle vuol dire creare un ulteriore serbatoio di precari, e ciò appare in netta controtendenza sia con le indicazioni europee sia con la più comune evidenza empirica, rivendicano i docenti.

Redazione

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