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Reclutamento, in arrivo il sistema “duale”: maxi concorso e abilitazione riservata

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Nel futuro prossimo della scuola italiana, si fa sempre più probabile il reclutamento a due vie. Al sistema “duale”, annunciato più volte dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, anche di recente a Catania, stanno lavorando sempre più alacremente i massimi dirigenti del Miur che si occupano di organici e personale scolastico.

Sempre in attesa della revisione del sistema, la prima via di accesso all’insegnamento si tradurrà in un maxi concorso ordinario, che dovrebbe partire entro fine anno. E che sarà aperto ai candidati (quasi sicuramente già abilitati) in possesso di titoli afferenti a classi di concorso con ampia disponibilità di organico.
La seconda via per accedere alla docenza prevede una procedura di selezione riservata ai docenti precari che hanno maturato almeno 360 giorni di servizio: al termine della procedura formativa, che dovrebbe prevedere la frequenza di moduli speciali seguiti nelle università, i candidati verranno in possesso dell’abilitazione; l’accesso ai corsi sarà diretto e con riconoscimento dell’esperienza maturata durante il servizio.
I sindacati sono stati informati sul finire della settimana. E le ipotesi sono state accolte con discreto favore. Secondo la Uil Scuola, però, è ora di passare ai fatti. E vigilare perché via sia “corrispondenza tra dette soluzioni e i concreti provvedimenti che hanno, a nostro parere, carattere di urgenza. Tale soluzione – sottolinea poi l’organizzazione guidata da Massimo Di Menna, riferendosi alle abilitazioni riservate – deve ricomprendere anche i docenti, con congruo servizio prestato nella scuola primaria e dell’infanzia”.
Durante il confronto, i sindacati hanno colto l’occasione per proporre l’esigenza di ricoprire con immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico: l’intenzione è coprire con le assunzioni a titolo definitivo tutti i posti disponibili in organico i diritto, così come disposto dal piano triennale concordato l’anno scorso. In tal caso sarebbero, considerando pensionamenti e soprannumerari, almeno 20mila le immissioni in ruolo possibili nella prossima estate. Come al solito, però, l’entità precisa verrà disposta dal Mef.
A proposito di soprannumerari, l’amministrazione ha comunicato che la riconversione su posti di sostegno per i docenti in esubero sarà allargata non solo a coloro che si trovano in questa situazione. Ma anche a coloro che, appartenenti alle classi di concorso in esubero, faranno richiesta di parteciparvi. Acquisire il titolo, comunque, non comporterà l’automatica utilizzazione sul sostegno. Sempre secondo la Uil Scuola “la riconversione si configura come una opportunità di riqualificazione professionale: deve essere chiaro quindi che l’acquisizione del titolo non determina in automatico l’utilizzo su sostegno, le modalità di utilizzo inoltre vanno definite all’interno dell’apposito contratto sulle utilizzazioni”. Rimane del tutto aperto il problema dei docenti di laboratorio rimasti senza titolarità. Soprattutto per loro “è necessario definire ulteriori opportunità di riqualificazione e riconversione”, evitando soluzioni forzate (costringerli ad affiancare alunni disabili in istituti e su materie di cui hanno ben poche conoscenze) con probabili conseguenti situazioni di disagio sia sul versante della docenza che su quello dei discenti.
Sempre con i sindacati, procede anche il confronto per la definizione dell´ipotesi di Ccni sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente educativo ed Ata, valido per il prossimo anno scolastico. Tra le varie questioni affrontate, le parti si sono soffermate sull´ articolo 7, riguardante il vincolo quinquennale (introdotto con la Legge 106/11) degli immessi in ruolo con decorrenza giuridica che va dal 1° settembre scorso. Il Miur ha spiegato che a questi neo-assunti – contrariamente a quanto previsto dalla Legge 124/99 che permetteva di fare domanda motivata di utilizzazione e assegnazione provvisoria interprovinciale subito dopo aver terminato l’anno di prova – sarà consentito accedere alla mobilità annuale, anche prima dei cinque anni, solo se appartengono a categorie tutelate da norme speciali. Che corrispondo alle lavoratrici madri con prole entro i 3 anni di età; ai coniugi di militari e categorie equiparate, purchè trasferiti d´ ufficio (quindi non volontariamente); agli amministratori locali.
A proposito, infine, dell’organico del prossimo anno l’amministrazione ha confermato l’intenzione di non autorizzare posti in deroga, né in organico di diritto né in organico di fatto. In casi di evidente necessità, come l’esigenza di sdoppiare classi particolarmente numerose, saranno direttamente i direttori regionali a prendere l’iniziativa.
Alessandro Giuliani

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