Che cosa si intende per doppio canale di reclutamento? E perché le forze politico-sindacali periodicamente tornano a parlare di doppio canale?
Il doppio canale è quella formula di assunzione particolarmente favorevole ai precari in quanto prevede che, parallelamente ai concorsi, il Ministero dell’Istruzione attinga alle graduatorie e in automatico anche agli anni di servizio per stabilizzare un insegnante con molta esperienza alle spalle. Un sistema di reclutamento che andrebbe implementato anche alla luce della direttiva europea n.70 del 1999 con la quale si dispone che gli insegnanti vengano stabilizzati dopo i primi contratti a tempo determinato. La direttiva n.70, infatti, stabilisce requisiti minimi in materia di lavoro a tempo determinato, al fine di garantire la parità di trattamento dei lavoratori e impedire abusi derivanti dall’utilizzo ripetuto e a lungo raggio di una successione di contratti o rapporti di lavoro di tipo analogo.
Rino Di Meglio, sul tema osserva: “La scuola italiana è una fabbrica di precari. Bisogna intervenire con urgenza. È giusto costruire il futuro del reclutamento ma se non guardiamo all’immediato, il precariato prolifera e continua. Qualche giorno fa la Commissione europea, rispondendo a un nostro reclamo, ha raccomandato al Governo italiano di mettere in piedi provvedimenti seri sul fronte del reclutamento e della stabilizzazione per smetterla con i rapporti a tempo determinato che durano oltre i 3 anni”.
Anche Maddalena Gissi entra in argomento, in occasione dell’incontro al Senato Per una scuola inclusiva, presentazione dei disegni di legge sul dimensionamento delle classi e sul reclutamento, organizzato dal Partito Democratico.
“Noi siamo per un sistema a due canali – osserva la Gissi -, uno dei quali rivolto a valorizzare l’esperienza di lavoro”.
“Questa rappresenterebbe la miglior soluzione a regime, per avere un sistema di reclutamento non soggetto a continui interventi tampone, ma capace di garantire al lavoro nella scuola qualità e stabilità”.
E spiega: “Il doppio canale è un sistema equo, trasparente, rispettoso dell’impegno professionale che per anni un docente precario mette a disposizione della scuola permettendole di funzionare. Non dimentichiamo mai che l’alternativa sarebbe il non funzionamento di un sistema volto a soddisfare un diritto costituzionalmente garantito”.
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