La legge di bilancio 2019 ha previsto interventi anche in merito al reclutamento degli insegnanti. Mentre per la scuola dell’infanzia e primaria si sta svolgendo il concorso straordinario, le cui prove orali potrebbero aversi breve, si attende il concorso ordinario sempre per la scuola dell’infanzia e primaria.
Per quanto riguarda la scuola secondaria, è previsto entro l’estate il bando del primo concorso che metterebbe in cattedra docenti giovani. Alla procedura, secondo la manovra, potranno partecipare i laureati privi di abilitazione con il possesso dei 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.
Tuttavia, i sindacati hanno posto subito l’attenzione sulla mancanza di un vero e proprio progetto per stabilizzare il precariato.
La Flc Cgil, ad esempio, ha lanciato a novembre la campagna #StabilizziamoLaScuola che propone una soluzione transitoria e straordinaria per risolvere i disastri di inizio anno scolastico dettati dal precariato imperante.
“Vogliamo portare in piazza i problemi del precariato scolastico manifestando contro provvedimenti ancora una volta ingiusti e inefficaci”, afferma il segretario Flc Cgil Francesco Sinopoli.
“L’attuale sistema di reclutamento, più volte rimaneggiato negli ultimi anni”, prosegue Sinopoli, “ha prodotto forti disfunzioni e manifestato scarsa efficacia, tanto che a settembre 2018 l’anno scolastico è partito con 32.217 cattedre non assegnate ai ruoli, e con altri 56.564 posti liberi da assegnare a supplenza tra deroghe sul sostegno e organico di fatto. A settembre 2019 se ne aggiungeranno oltre 40.000 che si libereranno per effetto di ‘Quota100’, consegnando l’avvio del prossimo anno scolastico ad un’ulteriore situazione di caos e di mancanza di insegnanti che avrà ripercussioni sulla continuità didattica. Senza contare l’aggravio di lavoro per le segreterie scolastiche”.
La Flc Cgil pertanto, propone una fase transitoria per stabilizzare i tantissimi precari e ridurre drasticamente la “supplentite” e le cattedre vuote di inizio anno scolastico.
Per il sindacato occorre quindi “istituire una graduatoria per titoli che ricomprenda, in ordine, il personale già abilitato presente nelle seconde fasce d’istituto (dai docenti della scuola secondaria ai diplomati magistrali ai laureati in Scienze della formazione primaria) e, a seguire, coloro che sono presenti nelle terze fasce d’istituto della scuola secondaria e hanno maturato 3 anni di servizio”.
Dopo la nomina a tempo determinato un corso-concorso per l’abilitazione e l’assunzione in ruolo
Inoltre, “i docenti collocati in posizione utile per la nomina sarebbero assegnati ad una scuola con incarico al 31 agosto e, contemporaneamente, seguirebbero un corso/concorso per l’abilitazione in servizio. Dopo la valutazione positiva del percorso svolto, il contratto sarà trasformato a tempo indeterminato. Il percorso formativo, svolto in collaborazione tra scuola e università, dovrebbe essere a carico dello stato.
La fase a regime prevede concorsi con cadenza annuale, sulla base dei fabbisogni delle diverse regioni.
“Prima di avviare un nuovo modello di reclutamento, conclude Sinopoli, abbiamo bisogno di uscire dalla condizione di emergenza che connota l’attuale sistema, con una fase transitoria coerente, solida ed efficace, che coniughi tempi ristretti nelle assunzioni e qualità della formazione in ingresso, con l’obiettivo di garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico”.
Pertanto, per partecipare al prossimo concorso docenti della scuola secondaria non sarà necessario possedere un’abilitazione all’insegnamento (TFA o SSIS), ma solo laurea e 24 CFU.
Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti dei posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.
La riforma del reclutamento prevede la possibilità di concorrere in un’unica regione e per una sola classe di concorso “distintamente” per il primo e secondo grado e per i posti di sostegno, a cui si accede, ricordiamo, se in possesso del titolo e della specializzazione.
Si formerà una graduatoria di vincitori che avrà valenza biennale, così come sarà biennale l’indizione delle procedure concorsuali.
La graduatoria sarà composta da un numero di candidati pari, al massimo, ai posti messi a concorso. Pertanto non sono previsti idonei.
I posti verranno banditi in base al fabbisogno regionale, quindi è possibile che in alcune regioni non si attivino le procedure concorsuali, in base a quanto riferito dallo stesso ministro Bussetti.
Un altro punto molto importante su cui soffermarsi è quello relativo all’abolizione del sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito aitre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Infatti, in base alla legge di bilancio 2019, il termine FIT viene sostituito in “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, cioè una volta vinto il concorso, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
In definitiva, la Flc Cgil chiede di stabilizzare tutti i precari, sia del primo ciclo che nel secondo, e poi passare ad un reclutamento ordinario con nuove regole.
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