La crisi del sistema scolastico tedesco si evince da tre aspetti fondamentali: il destino di capitali ingenti ed il relativo adeguamento degli stessi al settore / PIL, risultati didattici decisamente inattesi in senso negativo, dispersione record nelle periferie e nelle aree del paese considerate economicamente depresse. Anche l’Eurostat, a livello propriamente comunitario, lancia l’allarme circa la dispersione e la conseguente assenza di giovani formati per l’inserimento nel mondo del lavoro o accademico: questi oramai superano di poco il 10 % del totale numero di giovani – in costante riduzione dato il sensibile e tragico calo delle nascite – effettivamente presenti nel Vecchio Continente, con punte specifiche anche in Italia. L’assenza di un monitoraggio specifico e relativo alla progressione sociale e preoccupante del fenomeno porto alla produzione di risultati di studio via via sempre più sconvolgenti: i rispettivi Ministeri fanno così fatica ad applicare strategie utili al contrasto ed a recepire, anche a livello strettamente locale, le disposizioni e le direttive europee, basate su dati sempre più preoccupanti. I dati PIRLS inoltre confermano una regressione – seppur localizzata – delle prestazioni, competenze e conoscenze degli studenti: si passa alle discipline di base sino ad arrivare alle abilità di lettura e scrittura, sempre più preoccupanti visto l’aumento della popolazione affetta da analfabetismo funzionale. La comprensione dei testi scritti è al minimo storico per alcune aree del Vecchio Continente.
Rispetto ad altri paesi europei, la Germania vanta da tempo un numero particolarmente elevato di giovani senza diploma di scuola superiore o senza formazione professionale. Ora sta diventando un vero problema per le istituzioni e i fondi destinati alle indennità di disoccupazione. Chi cerca lavoro in Germania dovrebbe trovarlo abbastanza rapidamente: nell’autunno 2023 sono stati registrati più di 1,7 milioni di posti di lavoro vacanti. La domanda di lavoratori qualificati in 200 professioni supera il numero dei candidati, con un disperato bisogno di personale medico e infermieristico personale, operai edili e informatici, autisti professionisti, insegnanti e molti altri.
In termini puramente matematici, questa carenza non è accettabile sotto il punto di vista matematico, dato il potenziale numerico dei giovani presenti. All’inizio del 2024, circa 4,8 milioni di persone abili al lavoro hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione statale. Tuttavia, più della metà di questi non ha completato la formazione professionale. Secondo l’Agenzia federale per l’occupazione, le loro possibilità di trovare lavoro sono scarse. Altro dato eclatante è il 25% dei disoccupati di lunga durata che non possiedono alcun titolo di studio. Ogni anno l’Ufficio statistico europeo (Eurostat) raccoglie dati su quanti giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni nei paesi europei non finiscono la scuola o la formazione professionale. Nel 2022 il tasso era del 12,2%. Tra i 27 paesi dell’UE, la Germania si colloca al quarto posto, dal fondo della classifica. Le statistiche sull’abbandono scolastico includono anche i giovani che in Germania completano il livello più elementare della scuola dell’obbligo, che termina dopo il 10° anno di studi.
La percentuale di “abbandono scolastico” (giovani di età compresa tra 18 e 24 anni che abbandonano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione) è costantemente diminuita nell’UE negli ultimi 10 anni, dal 13% nel 2012 al 10% nel 2022. c’è ancora molta strada da fare per raggiungere l’obiettivo di ridurre i tassi di abbandono scolastico a livello dell’UE al di sotto del 9% entro il 2030. I dati mostrano che nel 2022 un numero maggiore di giovani ha abbandonato prematuramente l’istruzione e la formazione rispetto alle donne, l’11% degli uomini contro l’8% di donne. La quota di uomini è scesa da quasi il 15% nel 2012 all’11% nel 2022. Per quanto riguarda le giovani donne, la quota è scesa da quasi l’11% nel 2012 all’8% nel 2022. Rispetto al 2012, due terzi di tutti i membri dell’UE hanno segnalato un calo inferiore percentuale di abbandono precoce nel 2022, ad eccezione di Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Slovacchia e Svezia, che hanno segnalato piccoli aumenti (il più alto è stato di circa +2 %).
Nel 2022, i membri dell’UE che hanno segnalato le percentuali più basse di abbandono precoce dell’istruzione e della formazione sono stati Croazia (2%), Irlanda, Slovenia e Grecia (ciascuno 4%), Polonia e Lituania (ciascuno 5%). Al contrario, le quote più elevate sono state registrate in Romania (16%), Spagna (14%), Ungheria, Germania e Italia (ciascuna 12%). Diciotto membri dell’UE hanno già raggiunto l’obiettivo a livello UE per il 2030 per questo indicatore: Belgio, Repubblica Ceca, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia.
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